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Recupero crediti, i numeri

9 giu 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Mercoledì 7 giugno si è svolta l’assemblea annuale dell’Unirec, l’associazione delle imprese che, fra i vari loro servizi, si occupano di acquisto e recupero crediti. Nel corso dell’assemblea è stato presentato il 13esimo rapporto Unirec, nel quale l’associazione fa il punto sullo stato di salute delle famiglie e delle imprese e sui numeri del comparto.

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Il reddito, i consumi e il potere d’acquisto delle famiglie

Per quando riguarda le famiglie, nel corso del 2022 l’associazione evidenzia che “si è osservato un aumento del reddito disponibile (+7,1%) che, a fronte di un’impennata dell’inflazione, si è tradotto in una contrazione del potere d’acquisto”.

Nello stesso periodo i consumi delle famiglie sono cresciuti del 12,6%, contrariamente alla propensione al risparmio, che invece è passata dal 13% del secondo trimestre 2021 al 5% del terzo trimestre 2022. A fronte della minore capacità di spesa dovuta all’inflazione, insomma, gli italiani hanno rinunciato al risparmio ma non ai consumi.

Quanto al 2023, e in particolar modo al primo trimestre dell’anno in corso, l’inflazione, che ad aprile 2023 è arrivata a registrare un tasso annuo dell’8,2% (dal 12,6% raggiunto in autunno), lascia presagire una ulteriore flessione del potere d’acquisto delle famiglie italiane nel breve termine. In prospettiva, “la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie potrebbe pregiudicare le buone performance di recupero registrate nell’ultimo biennio e sostenute dal reddito disponibile”.

Tentativi di ripresa per la fiducia dei consumatori

L’indice di fiducia dei consumatori – riferisce poi il rapporto Unirec – ha assistito a un calo costante per la maggior parte del 2022, fatta eccezione per pochi e lievi incrementi registrati nel corso di questo orizzonte temporale, facendo segnare un minimo di 90 a ottobre. In seguito l’indicatore è tornato a salire, recuperando il valore di 100 a fine anno e superandolo nettamente nel primo trimestre del 2023.

A marzo di quest’anno tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori – clima economico, personale e corrente – sono associate a una crescita, seppure con diversa intensità. Anche in questo caso, riferisce il rapporto, hanno contribuito il calo dei prezzi di luce e gas, la lieve ripresa dell’economia e la frenata dell’inflazione.

Prestiti in crescita, domanda di credito più debole

Quanto ai prestiti, per i primi nove mesi del 2022 la Banca d’Italia ha rilevato un lieve aumento dei prestiti al settore privato (+3,3%). I prestiti alle famiglie, in particolare, sono cresciuti del 3,8%, malgrado la domanda di credito più debole: il merito è stato tutto dell’andamento dei mutui per l’acquisto di abitazioni.

Nel corso del 2022, poi, il tasso di deterioramento del credito è rimasto contenuto, mantenendosi ai livelli minimi del decennio, già raggiunti nel 2019 (1,1% a livello complessivo, 0,6% per le famiglie, 1,7% per le imprese).

In questo quadro, quali sono i numeri delle aziende del settore?

I dati contenuti nel rapporto sono riferiti al 2021 e ci dicono che “i ricavi derivanti dalla sola attività di recupero crediti delle imprese attive nel settore in Italia si sono attestati a 2.173 milioni di euro, con un incremento del 43% sul 2020”. Anche se sono cresciuti in termini assoluti, questi ricavi hanno mantenuto un peso sostanzialmente stabile sul totale del fatturato (95%).

Gli altri ricavi (per informazioni commerciali, re-marketing, eccetera) sono saliti anche loro in termini assoluti (da 97 a 126 milioni), ma con un peso pari al 5% sul fatturato, in leggero calo rispetto al passato.

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