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Prestiti con fideiussione e ipoteca

23 nov 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Nel post della settimana scorsa abbiamo riepilogato i passaggi da compiere quando si vuole chiedere un prestito. Abbiamo quindi spiegato che in genere i finanziamenti sono concessi a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 70 anni e può presentare all’istituto al quale sottopone la richiesta la sua busta paga con il Cud se lavoratore dipendente, la dichiarazione dei redditi se libero professionista o autonomo, il cedolino della pensione o la certificazione dell’Inps se pensionato. E chi non ha un lavoro dipendente, un’attività autonoma o un reddito pensionistico? Insomma, quali sono i prestiti per chi è senza busta paga e non ha pensione o un altro introito? La risposta numero uno è la stessa che vale per chi una busta paga – o comunque un’entrata periodica a cadenza regolare – ce l’ha, ma nel complesso presenta una condizione reddituale non del tutto convincente, caratterizzata per esempio da spese importanti che lasciano poco margine per ulteriori impegni. Ci riferiamo al garante, ovvero la persona che di fronte alla banca o alla finanziaria si assume l’impegno di pagare le rate nel momento in cui il debitore non riuscisse più a farlo.

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Questo per quanto riguarda la garanzia offerta da una persona, secondo la formula di cui abbiamo parlato tante volte e che in gergo si chiama “fideiussione”. Poi c’è la garanzia offerta da una proprietà, la cosiddetta “ipoteca”. In assenza di una situazione reddituale sufficientemente solida e di una persona che possa affiancarci nella richiesta di un finanziamento, può infatti venirci in soccorso la proprietà immobiliare, se ne abbiamo una: essa rappresenta per le banche e le finanziarie un modo ragionevolmente sicuro per recuperare il credito in caso appunto di difficoltà e di conseguente conclamata insolvenza del debitore. Una categoria particolare dei “senza busta paga” è quella degli studenti, per i quali invece è prevista la formula dei prestiti d’onore. Si tratta di un finanziamento concesso da una delle banche convenzionate con l’ateneo a copertura di ogni spesa legata al ciclo di studi. Il prestito non ha interessi, mentre solitamente il rimborso inizia all’incirca due anni dopo il termine degli studi. La durata del piano di rientro va da uno a 15 anni.

Ma per chi è senza busta paga ci sono anche altre soluzioni, che comunque è bene valutare con estremo scrupolo e attenzione: una di queste è la cambiale. Si tratta di un titolo di credito che al suo interno contiene in sostanza l’impegno a versare – o a fare versare – al possessore una certa somma di denaro in una certa data. In sostanza, la cambiale consente al debitore di rimandare il pagamento ad altra scadenza, quando suppone che sarà in grado di far fronte al suo impegno. Sul fronte opposto, il possesso di questo titolo di credito mette il creditore nelle condizioni di poter adottare determinate contromisure nei riguardi del debitore, se quest’ultimo non onora il pagamento. Le conseguenze per lui non sono di poco conto: a quel punto, infatti, scatta il cosiddetto “protesto”, con conseguente pubblicazione nel relativo elenco ufficiale.

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