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Famiglie e consumi

26 nov 2012 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Ve lo ricordate? Lo chiamavano digital divide: era lo scarto tra l’Italia e gli altri Paesi – e fra le classi sociali e le fasce d’età nella nostra penisola – in fatto di dotazioni e competenze tecnologiche. L’era touch, con le applicazioni su minidispositivi che si mettono in funzione in punta di indice, sembra aver seppellito quella fase. Uno studio dell’istituto di ricerca Censis, presentato in occasione del convegno Carte 2012 organizzato dall’Associazione bancaria italiana e dal Consorzio Bancomat a Roma, ha fatto il punto su usi, costumi e tendenze della nuova Italia digitale: ne è venuto fuori che le famiglie sono sempre più tecnologiche. I consumatori hanno aperto le porte di casa – e ovviamente i portafogli – a smartphone, tablet e navigatori satellitari, che sono diventati un’appendice a tutti gli effetti come per lungo tempo lo sono stati i cellulari tradizionali. Da segnalare l’uso: non solo nel tempo libero e per intrattenimento ma anche per fare la spesa e per pagare evitando il ricorso al contante.

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Ecco cosa ci dicono i numeri messi in evidenza dal Censis: oggi il 62% della popolazione nazionale naviga abitualmente su internet; il 30,6% lo usa per individuare località, vie e piazze; il 23,1% ascolta musica; l’11,5% ci guarda un film. Più che l’intrattenimento, però, è l’e-commerce che ha catturato un numero più alto di italiani: il 15% si collega per fare shopping, mentre l’11,5% usa la rete per prenotare viaggi. Sale in modo notevole anche la quota di chi preferisce gestire online le operazioni con la banca di riferimento, dal computer di casa o dall’ufficio o meglio ancora in movimento, da smartphone o tablet. E qui, il Censis mette in evidenza un dato che dovrebbe far riflettere gli istituti di credito: alla domanda “per cosa usa di più internet?”, la quantità di interpellati che ha risposto “consultare il conto corrente”, “effettuare bonifici e pagamenti”, “comprare e vendere titoli” e simili è passata dal 17% del 2011 al 20% dell’anno in corso. Più tiepido - e non stupisce - è l’utilizzo della “burocrazia digitale”: solamente il 6,1% degli utenti si è connesso a internet per le pratiche legate alla pubblica amministrazione.

Insomma, dall’indagine del Censis emerge che oggi gli italiani si fidano di più. E lo si nota anche da come pagano gli acquisti: meno contante – che comunque continua a svolgere un ruolo di peso – e più strumenti elettronici. I consumatori li apprezzano per il senso di sicurezza e di comodità che ne ricavano rispetto alle monete e alle banconote. Negli ultimi anni, fa sapere il Censis, il ricorso alle carte di pagamento è cresciuto in modo significativo: oggi, il 41% circa dei pagamenti senza contante lo si fa con “denaro di plastica”, il 30% mediante bonifico e il 14% tramite addebiti diretti. Su questo versante, quindi, l’Italia sta colmando la distanza dagli altri Paesi.

In un contesto come questo, la spesa in tecnologia ha il passo più lungo di quella in altri articoli o comparti. Le percentuali dicono tutto: se nell’ultimo decennio il totale delle uscite delle famiglie ha mostrato un incremento del 4%, quella per l’elettronica ha avuto un balzo del 141%, mentre quella per i servizi telefonici – udite, udite – ha portato a casa un +351%. Quanto al telefonino, quasi un terzo degli italiani ha rimpiazzato il cellulare classico con il più evoluto smartphone, che consente di scaricare le più svariate applicazioni.

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