Tassi: effetti su case e consumi
8 ago 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

La Banca centrale europea: sembra lontana, lontanissima. E in effetti la sede è a Francoforte, in Germania. Quanti chilometri. Eppure, come ricordano Niccolò Battistini e Johannes Gareis in un articolo apparso a fine luglio sul blog dell’autorità monetaria dell’area dell’euro, le decisioni di politica monetaria influiscono sull’economia, in quanto influenzano la capacità delle persone di investire e consumare.
In tal senso, il mercato immobiliare è un canale importante: le variazioni della politica monetaria si riflettono sui tassi applicati ai mutui, i quali a loro volta condizionano le vendite di abitazioni. L’acquisto di una casa implica quasi ineluttabilmente uno shopping più o meno esteso di cose per la nuova abitazione, a cominciare da mobili ed elettrodomestici.
Ecco quindi che, influenzando il mercato immobiliare, le decisioni della Bce sono in grado di condizionane indirettamente anche i consumi.
Alloggi più o meno accessibili? Dipende (anche) dai tassi Bce
Battistini e Gareis ci ricordano innanzitutto che la politica monetaria della Bce può rendere gli alloggi più o meno convenienti, per via del suo impatto sui tassi ipotecari. Il mutuo ci costerà tanto o poco? La risposta dipende dagli orientamenti dell’autorità monetaria. E dalla risposta può dipendere la decisione di comprare o di aspettare ancora un momento.
Breve excursus.
- Le case non erano granché accessibili durante la crisi finanziaria del 2008, ma lo erano decisamente di più a fine 2016.
- Dal 2017 al 2021, l’accessibilità è scesa in modo graduale rispetto al suo picco.
- Dal 2022, poi, è calata in modo assai più evidente (d’altra parte, è risalita l’inflazione, quindi anche i tassi Bce).
- A metà del 2023, l’accessibilità economica era scesa ben al di sotto della media di lungo periodo.
- Da allora, ha cominciato lievemente a riprendersi.
Le vendite di case possono influenzare i consumi
Quando la politica monetaria diventa più favorevole (perché i tassi scendono), gli alloggi sono più accessibili: a quel punto, più persone tendono a comprare casa.
La maggior vendita di case alimenta un’ulteriore spesa da parte dei consumatori. I nuovi proprietari, infatti, questa casa devono arredarla: fanno shopping per il nuovo divano, la nuova cucina, la nuova camera da letto. Oppure devono procedere a qualche personalizzazione o ristrutturazione. Ed è così che i tassi, scendendo, spingono non solo i mutui, ma anche i consumi.
Al contrario, quando la politica monetaria si fa più severa (perché i tassi salgono), gli alloggi diventano meno convenienti e calano sia le vendite di case sia tutto lo shopping correlato.
Prospettive rosee, ma non senza qualche incertezza
Insomma, le decisioni di politica monetaria pesano in senso più o meno favorevole sulla convenienza abitativa, sulle vendite di abitazioni e sui consumi di beni e servizi legati alla casa.
In prospettiva, concludono i due esperti autori dell’articolo, “è probabile che il miglioramento dell’accessibilità economica degli alloggi sostenga una continua ripresa delle vendite di abitazioni nel 2025”. Uno slancio positivo che dovrebbe estendersi nel tempo ai consumi di beni per la casa, “contribuendo a stimolare la domanda complessiva dell’economia”.
Restano però le varie sfide. “I ripetuti annunci di dazi statunitensi, uniti alle tensioni geopolitiche, potrebbero avere un impatto negativo sulle vendite e sui consumi in ambito immobiliare”.
Capire queste dinamiche è determinante non solo per chi prende decisioni economiche e monetarie, ma anche per le famiglie. Incluse quelle italiane.
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