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Sovraindebitamento: un nuovo progetto

3 ott 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

orologio soldi

Mutuo, affitti, bollette, rate di prestiti o acquisti a credito: quando le spese superano le entrate e non si riesce più a farvi fronte, si parla di sovraindebitamento. Un problema che in Italia riguarda già 1,4 milioni di famiglie, secondo dati Istat ed Eurostat, e che ha conseguenze molto serie non solo sul piano economico, ma anche su quello psicologico e sociale.

Proprio per questo, al recente convegno Riparto: costruire il futuro del debt advice in Italia che si è svolto a Roma, il Movimento Consumatori, l’Acli e Adiconsum hanno lanciato una proposta per dare vita a una vera rete nazionale di servizi di supporto gratuiti, stabili, indipendenti e professionali.

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Cosa si intende per “sovraindebitamento”?

Passo indietro. Il sovraindebitamento si verifica quando una famiglia o un individuo non riescono più a onorare con regolarità i loro debiti. Non è solo un problema economico: il peso dei debiti incide pure sulla salute psicologica e sulle relazioni familiari, e può portare all’esclusione sociale.

In questo quadro, cosa fa un servizio di supporto? I servizi di consulenza sul debito offrono aiuto su vari fronti, e in particolare sotto forma di:

  • assistenza legale, facendo chiarezza su quelli che sono i diritti del consumatore e sulle possibilità di rinegoziazione dei debiti;
  • consulenza economico-finanziaria, esaminando entrate e uscite e trovando soluzioni sostenibili per ristrutturare i debiti;
  • supporto psicologico e sociale, per affrontare l’ansia e lo stress che possono comprensibilmente nascere e acuirsi in una situazione debitoria;
  • orientamento ai servizi territoriali, mettendo la persona o la famiglia in contatto con associazioni antiusura, enti locali e sportelli di microcredito.

Conoscere la direttiva europea

Ma attenzione: non è un tema solo italiano. La direttiva (UE) 2023/2225 sul credito al consumo – che entro poche settimane dovrà essere recepita – obbliga tutti gli Stati membri a garantire, entro il novembre del 2026, una rete di consulenza sul debito (in inglese, “debt advice”) accessibile a tutti.

In Paesi come la Francia, la Germania, l’Irlanda e il Regno Unito questi servizi esistono da tempo e offrono assistenza legale, economica e psicologica a chi rischia di ritrovarsi soffocato dai debiti. In Italia, le esperienze sono invece ancora frammentate.

In Italia, c’è chi dice “Riparto”

Il progetto Riparto, promosso dalle tre associazioni con il finanziamento del ministero del Lavoro, va proprio nella direzione indicata dalla direttiva dell’Unione europea. Si tratta di una rete che oggi conta 32 sportelli, un helpdesk telefonico e virtuale gratuito e una squadra di operatori specializzati che hanno già teso la mano a migliaia di famiglie e microaziende.

Il modello è multidisciplinare: non solo consulenza legale o economica, ma anche supporto psicologico, perché – com’è facile immaginare – i debiti influiscono sulla vita familiare, sulle relazioni e sulla salute.

Quali sono i numeri in gioco?

Secondo la Commissione europea, per garantire una rete nazionale di servizi di consulenza ci vorrebbero più di 157 milioni di euro. La legge 91/2025 ha affidato al governo il compito di regolare il segmento, ma senza prevedere finanziamenti specifici.

Ed è proprio qui che Movimento Consumatori, Acli e Adiconsum lanciano l’allarme: senza risorse dedicate, il rischio è di non riuscire a garantire tali servizi.

Cosa propongono le associazioni?

Le associazioni hanno quindi proposto l’istituzione di un Fondo pubblico permanente, alimentato da fondi statali ed europei e dai contributi obbligatori del comparto finanziario e del gioco d’azzardo. L’obiettivo è sempre quello: costruire, cioè, una vera rete diffusa di punti di riferimento indipendenti, con esperienza e senza scopo di lucro, al servizio dei cittadini e delle famiglie in difficoltà.

Come del resto è già nello spirito della normativa, italiana ed europea, presente e – ancora di più – futura.

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