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Quando si possono sospendere le rate

3 ago 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria Paulucci

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Le rate, si sa, si devono pagare ogni mese. In caso di mancato versamento, il creditore può fare leva su tutte quelle azioni che la legge prevede per la tutela dei suoi interessi: dai solleciti formali fino al ricorso al giudice. Non solo. Mancare l’appuntamento anche solo con una scadenza può significare per il debitore costi più alti, a cominciare dagli interessi di mora, che non sono inclusi nel Taeg. Come misura estrema, il creditore può sciogliere il contratto, obbligando il debitore a restituire immediatamente l’intera somma rimanente. Altro effetto del mancato versamento delle rate è la segnalazione alla Centrale dei rischi e ai Sistemi di informazioni creditizie, entrambi “raccoglitori” delle valutazioni del merito di credito dei clienti di banche e finanziarie. E una segnalazione potrebbe complicare l’accesso ad altri finanziamenti in futuro. Per mettere a fuoco le conseguenze di un mancato versamento delle rate bisogna studiarsi bene il pre-contratto e/o il contratto sottoscritto con la banca o la finanziaria: il documento riporta gli obblighi che il debitore deve rispettare e illustra le sanzioni in caso di violazione.

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Per evitare “contraccolpi”, il consiglio è quello di soppesare con attenzione, nel momento in cui si chiede un prestito personale, il ventaglio dei prodotti a disposizione, restringendo il campo a quelle formule che consentono una “scappatoia” se ci si dovesse trovare in difficoltà. Le vie d’uscita più classiche consistono nel saltare una rata, nel rivedere l’ammontare del balzello mensile e nell’abbreviare o estendere la durata del piano di restituzione. In un contesto in cui può capitare di ritrovarsi in serie difficoltà nel rimborsare un prestito, ad aprile nove associazioni dei consumatori e l’Associazione bancaria italiana hanno stipulato un accordo in base al quale il debitore può ottenere la sospensione, per un periodo di 12 mesi al massimo, della quota capitale – e solo di quella – del rimborso dei finanziamenti con credito al consumo. La sospensione non comporta il pagamento di commissioni o di interessi di mora. Vanno corrisposti solo gli interessi, nei termini previsti dal contratto e calcolati sul debito residuo. Si può fare appello alla sospensione anche per i prestiti personali.

Ma quali requisiti occorrono per poter usufruire dello “stop”? L’accordo tra le associazioni dei consumatori e l’Abi è pensato anche per chi ha subito sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro a causa della crisi economica. Si tratta di un accordo che offre una nuova possibilità pure a quelle famiglie che hanno già beneficiato della sospensione del finanziamento durante gli anni scorsi, sempre che la richiesta per trarre vantaggio da questa opzione non sia stata presentata nel corso dei 24 mesi precedenti. A parte questo, la possibilità di richiedere la sospensione delle rate è destinata a quel debitore privato che è costretto a fare i conti l’interruzione del rapporto di lavoro, con un infortunio grave, con misure di sospensione del lavoro e/o con ammortizzatori sociali, oppure con ritardi dei pagamenti fino a 90 giorni. Per maggiori informazioni, si consiglia comunque di verificare tutte le opzioni con la banca o la finanziaria di riferimento.

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