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Finanziarie, attenzione alla troppa severità

25 feb 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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La finanziaria ti rifiuta il credito senza una ragione valida? Benissimo, tu puoi farti risarcire. Lo dimostra un caso accaduto di recente e riportato nei giorni scorsi dall’associazione Sos Utenti Consumatori. Al centro della vicenda, un professionista salernitano che aveva richiesto un prestito di 700 euro a una società ricevendo, per tutta risposta, un sonoro “no”. All’uomo il Giudice di Pace ha riconosciuto il diritto a un risarcimento da 250 euro. Il motivo? In pratica, secondo il giudice al cui esame è stata sottoposta l’intera faccenda, l’aspirante debitore aveva tutti i requisiti per poter intascare i 700 euro. Dal suo punto di vista, quindi, il rifiuto opposto è stato un abuso di posizione dominante che ha violato “il principio di buona fede che sempre deve sottintendere qualsiasi contratto”.

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Si è venuto così a creare un precedente interessante, a cui ci si potrà appellare nei casi percepiti come “ingiusto rifiuto”. Starà al giudice, poi, decidere chi ha ragione e chi invece ha torto. Nel caso di Salerno, secondo il Tribunale di Pace non vale la formula - a cui di solito fanno ricorso le finanziarie - tramite cui si avvisa i clienti che avranno la somma “salvo verifica dei presupposti, allorquando non si dimostri la reale insussistenza di quest’ultimi”. L’avvocato Michele Ferrara, responsabile dell’ufficio legale esterno di Sos Utenti Consumatori, ha commentato: “La giurisprudenza degli ultimi tempi è sempre più indirizzata a una reale tutela del consumatore. Il cittadino non deve avere più paura di confrontarsi con i cosiddetti ‘poteri forti’”.

La vicenda si inserisce in una cornice in cui, come ha fatto sapere l’Associazione bancaria italiana nel suo rapporto periodico, i prestiti bancari alle famiglie e alle imprese sono diminuiti ancora. Il sistema ha sottoposto privati e aziende a una dieta che ha comportato una contrazione del 3,3% a gennaio rispetto a dodici mesi prima. Un dato che fa riflettere, se si pensa che il calo anno su anno a dicembre è stato del 2,5%. E che si tratta della flessione peggiore degli ultimi due anni. Secondo il resoconto mensile dell’Abi, “l’andamento è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche”, ossia prodotto interno lordo e investimenti.

I prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie a fine gennaio si sono collocati attorno ai 1.467 miliardi di euro. Il segmento a breve termine, ovvero fino a un anno, ha registrato un calo annuo del 5,3%, mentre quello a medio e lungo termine, ossia oltre l’anno, ha assistito a una diminuzione del 2,5%. In particolare, la variazione dei finanziamenti alle famiglie ha fatto segnare sulla lavagna dell’Associazione bancaria italiana un -0,5% a fine 2012, un -0,3% il mese precedente e un +3,4% a fine 2011. Tutti dati che mettono bene in evidenza la nuova frenata del credito. E la rinnovata prudenza di banche e finanziarie. Le quali, come s’è visto, possono paradossalmente essere costrette a spendere per risarcire chi ha sofferto dei danni proprio a causa della loro rigidità.

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