Credito, serve più cultura
24 ott 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

Con lo slogan Educazione finanziaria: oggi per il tuo domani, dal primo fino al 30 novembre si terrà in Italia l’ottava edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria, iniziativa promossa dal Comitato Edufin e realizzata con il coinvolgimento di istituzioni, scuole, associazioni, imprese ed enti del terzo settore.
Mese dell’educazione finanziaria: si parla pure di credito
L’iniziativa si pone l’obiettivo di diffondere competenze finanziarie di base, anche sul credito al consumo, affinché tutti gli italiani – a cominciare dai più giovani – abbiano gli strumenti per prendere decisioni più consapevoli, pianificare le spese personali e familiari e gestire al meglio anche gli imprevisti.
Perché oggi è importante parlare anche di credito
Quando si parla di Mese dell’Educazione Finanziaria, solitamente i riflettori si accendono su un altro tema sensibile, per le tasche degli italiani: il risparmio, in primis in chiave assicurativa e previdenziale. Un tema di assoluto primo piano, sicuramente, ma che rischia di mettere in ombra un argomento altrettanto rilevante: il credito al consumo, appunto. In tutte le sue declinazioni. Dalle più tradizionali (prestiti personali, prestiti finalizzati, cessioni del quinto, eccetera) alle più innovative.
Il riferimento è naturalmente al Bnpl, il Buy now, pay later (compri ora, paghi più in là), che a ben guardare è più assimilabile alle dilazioni di pagamento, ma che, se abusato, può comunque dar luogo a situazioni di indebitamento eccessivo.
Ed è qui che la cultura finanziaria conferma il suo ruolo centrale: per capire che cosa si sta sottoscrivendo, quali obblighi ci si sta assumendo, quali rischi si possono correre.
Come siamo messi, in termini di cultura creditizia?
Dalla ricerca Crif-Sda Bocconi-Assofin 2024, emergono cinque gruppi.
- Il 45% è nei “Forti”: conoscenze e profilo finanziario e comportamentale solidi.
- Il 13% è nei “Deboli”: situazione finanziaria fragile e bassa competenza finanziaria.
- Il 14% è “Vulnerabile”: finanziariamente fragile, ma più consapevole rispetto ai “Deboli”.
- Il 16% è “Timoroso”: buona solidità patrimoniale, ma estremamente avverso al rischio.
- Il 12% è “Dinamico”, dunque consapevole e solido finanziariamente, e utilizza il credito come strumento di gestione del bilancio familiare.
I dati suggeriscono che ci sono persone e famiglie che vanno in affanno, quando si tratta di gestire il credito. Una buona educazione finanziaria può aiutarli a far luce sulle clausole, a valutare se la rata è sostenibile, a cogliere la non trascurabile differenza tra un prestito “facile” e un prestito “consapevole”.
In un mondo in cui i prodotti del credito al consumo possono dare una grossa mano alle persone e alle famiglie, la consapevolezza è davvero indispensabile.
Credito: i 5 consigli per un approccio corretto
Una buona cultura creditizia parte da pochi, ma chiari, fondamentali.
- Verifica sempre quanto costa davvero il finanziamento: il tuo faro è il Taeg (Tasso annuo effettivo globale).
- Assicurati che la rata sia compatibile con il tuo flusso reddituale (stipendio, pensione, altre entrate mensili) e con le uscite.
- Chiediti cosa potrebbe accadere se per caso non riuscissi a rimborsare (temporaneamente o permanentemente) il prestito e parlane con la banca o la finanziaria prima di sottoscrivere il finanziamento.
- Informati per tempo sulle implicazioni del prestito che ti interessa e sii cauto se ne hai altri in corso: torniamo al punto due, ossia valutare adeguatamente entrate e uscite.
- Se per caso la situazione si complica, rivolgiti a un servizio di “Debt Advice”.
Il Mese dell’Educazione Finanziaria 2025 arriva in un momento in cui il faro sull’importanza della cultura creditizia è più acceso che mai, in un contesto nel quale il credito al consumo e il Bnpl sono particolarmente diffusi.
La capacità di comprenderne le implicazioni, però, non sempre è sufficiente. Acquisire competenze diventa un atto di responsabilità, verso sé stessi e la famiglia.
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