L'Inghilterra inventa i prestiti payday (con tassi da usura)
L'Inghilterra inventa i prestiti payday, ma i tassi sono da usura
Pubblicato il 16 marzo 2012
All'inizio sembrava quasi una moda, adesso sembra più che altro una necessità. Parliamo dei prestiti payday, cioè di quelle somme di denaro che vengono prestati dalle aziende di credito a breve termine e con tassi d'interesse molto elevati. Nati in Inghilterra (e non ancora giunti in Italia) questi prestiti prendono sempre più piede soprattutto tra i cittadini della middle class inglese che si trovano in difficoltà: piuttosto che chiedere prestiti alle banche (con tutte le lungaggini e le difficoltà che ne derivano), questi sudditi di Sua Maestà si rivolgono ad apposite aziende di credito che prestano soldi ma a tassi parecchio elevati (svantaggiosi, dunque). Il vantaggio rispetto alla richiesta prestiti a una banca, che garantirebbe tassi d'interesse minori, è che queste aziende di credito non fanno domande circa l’utilizzo della somma prestata e, soprattutto, non richiedono la grande massa di garanzie che pretendono le banche in questo momento.
Attualmente è molto facile, sul mercato inglese, trovare delle aziende che prestano del denaro a breve termine. La loro presenza pare essere molto attiva soprattutto sul web: basta digitare su Google parole chiave come “payday loans” e compare sullo schermo un lungo elenco di aziende di credito. Si possono richiedere somme variabili da 200 a 1.000 sterline mentre la restituzione di solito ha come termine massimo un mese. Quello a cui bisogna prestare molta attenzione sono i tassi d'interesse, di solito talmente alti da essere vicini all'usura (anche se legalizzati). In genere queste aziende di credito chiedono che venga restituito anche un 30% in più rispetto a quanto richiesto e, se qualcuno non mantiene l’impegno, il rischio si appalesa sotto forma di penali e di tassi d'interesse maggiorati a tal punto da portare il prestito a cifre spropositate, difficili da gestire.
Per cui, se è vero che questi prestiti payday attirano in virtù di una maggiore facilità nella concessione, è pur vero che non rappresentano un'occasione buona e soprattutto priva di rischi per chi li richiede. Non è un caso se, da più parti, sono stati definiti l’ultimo prodotto di una crisi che schiaccia la classe media inglese.
Questi prestiti non sono convenienti ma il fatto che per ottenerli manchi del tutto la burocrazia delle banche – proprio quella che spesso porta gli istituti di credito a non concedere il prestito stesso – ne fa uno strumento molto ricercato da chi si trova in difficoltà, portando le nuove aziende di credito a guadagnare quote di mercato inaspettate fino a poco tempo fa.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.
Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.