Credito al consumo: meno contratti, più truffe
30 mag 2012 | 2 min di lettura | Pubblicato da Valerio M.

Credito al consumo: diminuiscono i contratti, aumentano le truffe
Che l’intero segmento del credito al consumo sia in difficoltà a causa del forte calo della domanda avvenute dal secondo trimestre 2011 è stato detto e scritto più volte. Anche la Banca d’Italia e l’Istat hanno confermato la tesi nei numeri. Se però i contratti stipulati per un finanziamento sono in diminuzione, lo stesso non si può dire delle frodi. Secondo i dati del barometro Crif diffuso questa settimana, nel 2011 i casi di frodi sono stati in totale nel Belpaese 22.100. Un 6% in più rispetto al 2010, a fronte, invece, di un calo complessivo del 4% dei contratti stipulati.
Di essi, meno di un decimo (circa 1.100 casi) riguarda truffe ai danni delle banche. Se si va a guardare le tipologie di prestito dove le frodi sono più frequenti, si entra nel comparto dei prestiti finalizzati: 8 casi su 10 riguardano questo tipo di prodotti, dove il volume di affari medio e di poco sopra i 6 mila euro quindi abbastanza contenuto. Aumenta invece solo di uno 0,1% il numero di frodi che riguardano i prestiti personali: qui il volume dei controlli è maggiore, nonché la media degli importi erogati (74 mila euro), quindi fare imbrogli è sicuramente più difficile.
Dal barometro del Crif infatti emerge che 3 truffe su 4 riguardano finanziamenti di importo al di sotto dei 10 mila euro. E quasi la metà, la si trova in mini-prestiti di somme pari o sotto i 3 mila euro: qui i controlli e le lungaggini burocratiche sono molte ridotte e quindi è più facile sfangarla. Per quanto riguarda il metodo con cui viene messa a segno la truffa, furto d’identità o utilizzo di dati altrui in modo illecito rappresentano i tre quarti del totale degli illeciti.
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