
Sic
Il SIC raccoglie dati su prestiti e pagamenti di persone e aziende, offrendo alle istituzioni una visione completa del profilo creditizio. Queste informazioni servono a valutare l’affidabilità di chi richiede un finanziamento. A volte i SIC vengono chiamati “Centrali Rischi”, ma è improprio: la Centrale dei Rischi è un servizio della Banca d’Italia, distinto dai SIC privati. Il trattamento dei dati segue il Codice di condotta del Garante Privacy (2019), che stabilisce tempi chiari di conservazione. Esempi di SIC: Crif, Cerved, CTC, Experian.
Tempi di conservazione dei dati
I tempi di conservazione dei dati nei SIC sono stabiliti dal Codice di condotta del Garante Privacy (2019). Le nuove richieste o in valutazione restano registrate per 180 giorni, mentre le richieste rifiutate o abbandonate vengono conservate per 90 giorni. Dopo l’erogazione di un prestito, la posizione del cliente viene aggiornata ogni mese. In caso di primo ritardo, la segnalazione viene inserita dopo 60 giorni dall’ultimo aggiornamento se non sono state pagate due rate o una delle ultime due rate.
Le segnalazioni dei ritardi successivi rimangono visibili fino a quando i pagamenti vengono regolarizzati: per un massimo di 12 mesi se il ritardo riguarda fino a due rate, e di 24 mesi se supera le due rate, calcolati dalla data di sistemazione. In situazioni di inadempimento o insolvenza, i dati restano nel sistema dalla scadenza del contratto fino a 36 mesi per rate mai pagate e fino a 60 mesi per quelle parzialmente regolarizzate, per evidenziare i tentativi di rientro.
Funzione e utilizzo nel settore credito
I SIC servono a banche e finanziarie per valutare, in modo rapido e fondato, se una persona o un’impresa è affidabile nel rimborso. La raccolta e lo scambio di dati tra operatori permettono di:
- definire politiche di credito più precise;
- offrire condizioni migliori a chi presenta un profilo solido;
- migliorare la qualità complessiva dei finanziamenti;
- rafforzare la stabilità del sistema creditizio.
La visibilità dei ritardi e il loro aggiornamento mensile favoriscono trasparenza e coerenza nelle decisioni di credito. Le regole del Codice di condotta (2019) fissano limiti chiari sulla conservazione dei dati, distinguendo tra richieste, ritardi di pagamento e situazioni di inadempimento o insolvenza. In questo modo gli operatori dispongono di informazioni aggiornate e comparabili, utili a erogare credito in modo più consapevole e sostenibile.
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