
Prestiti tra privati
Il prestito tra privati, detto anche social lending o peer‑to‑peer lending, è una forma di credito in cui una persona ottiene fondi da altri privati tramite una piattaforma online o con un accordo diretto. Chi presta riceve interessi; chi riceve rimborsa a rate. È pensato per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati con reddito e beni a garanzia. Gli importi sono di norma contenuti e i tempi rapidi: dopo l’accettazione, i soldi arrivano in breve tempo. I tassi dipendono da durata e rischio e i costi di gestione sono spesso inferiori rispetto ad altri prestiti, con limiti più stretti su importo e durata.
Modalità di prestiti tra privati
Il social lending si appoggia ad un intermediario autorizzato dalla Banca d’Italia. La piattaforma controlla le Centrali Rischi e calcola un bureau score, da cui nasce un punteggio di affidabilità. In base a questo punteggio, i prestatori decidono se finanziare la richiesta. L’erogazione è veloce e il rimborso avviene a rate. Di norma:
- importo massimo fino a 15.000 euro;
- durata massima di rimborso 4 anni.
I tassi variano secondo durata e profilo di rischio. I costi di gestione sono di solito ridotti grazie all’efficienza delle piattaforme, ma con limiti più rigidi su importo e durata.
È possibile anche un prestito tra privati senza l’intermediazione di una banca. Serve sempre un contratto scritto e chiaro. Deve indicare:
- chi presta e chi riceve;
- importo;
- modalità e tempi di rimborso;
- eventuali interessi applicati.
Le garanzie sono facoltative, ma possono aumentare la sicurezza dell’operazione. Esiste anche il prestito infruttifero: è un prestito senza interessi, frequente in ambito familiare. Anche in questo caso è importante formalizzare per iscritto l’accordo, così da evitare equivoci.
Rischi e aspetti fiscali
Usare solo piattaforme autorizzate e vigilate dalla Banca d’Italia. Questo riduce il rischio grazie a controlli formali e a politiche anti‑truffa. Attenzione alle proposte sui social: verificare sempre credenziali, condizioni e termini prima di aderire. Leggere con cura il contratto, sezioni sui costi e sulle penali comprese.
Rispettare i limiti di legge sugli interessi per evitare il reato di usura. Se si concordano interessi, vanno definiti in modo trasparente nel contratto. In assenza di interessi, il prestito è infruttifero e deve comunque essere descritto per iscritto.
Per maggiore protezione, chi presta può valutare una polizza assicurativa a tutela del credito. Questa copertura aiuta a gestire l’eventuale rischio di mancato rimborso.
Per le transazioni di importo superiore a 1.000 euro è necessaria la registrazione dell’operazione. Questa formalità contribuisce alla tracciabilità e alla corretta gestione burocratica del prestito tra privati.
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