Under 30: grandi aspettative, ma pochi soldi per chi è in stage
4 lug 2025 | 3 min di lettura

Ormai per molti studenti rappresenta la prassi: una volta terminati gli studi per accedere al sospirato posto di lavoro occorre candidarsi per svolgere uno stage, il periodo di formazione finalizzato all’acquisizione di competenze pratiche specifiche, e, almeno sulla carta, funzionali all’inserimento graduale nel mondo del lavoro
Il senso della parola è noto, meno chiaro invece è l’eventualità che venga retribuito e quanto, come ben riporta la ricerca ING People Insights Lab, realizzata da Ing Italia con YouGov.
Lo stage come chiave per aprire la porta del mondo del lavoro
Il compenso, insieme alla qualità della formazione e alle prospettive di carriera, rappresenta uno dei principali criteri di valutazione di uno stage da parte dei giovani. Nonostante ciò, solo poco più della metà delle esperienze di stage svolte in Italia è stata retribuita (56%), con un rimborso spese medio che supera di poco i 500 euro, mentre il 41% degli stagisti non ha ricevuto nessun compenso secondo l’indagine ING People Insights Lab, realizzata da ING Italia in collaborazione con YouGov.
Secondo il sondaggio, che ha coinvolto circa 400 giovani tra i 20 e i 30 anni laureati negli ultimi due anni, l’esperienza di stage nel nostro Paese resta cruciale per entrare nel mercato del lavoro, con circa il 60% dei rispondenti che ne ha svolto almeno uno durante la propria carriera. Per il 42% di chi l’ha effettuato, la retribuzione ammontava tra i 251 e gli 800 euro, con una media nazionale di 565 euro mensili, mentre solo il 9% ha ricevuto più di 800 euro mensili.
Assunzione e formazione tra i fattori chiave per la scelta
Tra i tre fattori considerati più importanti nella scelta di uno stage i giovani indicano: la possibilità di essere assunti al termine del percorso (58%), l’opportunità di apprendimento e formazione (55%) e l’ammontare del rimborso spese (50%). Tra gli elementi su cui i giovani tendono a informarsi attivamente prima di candidarsi emergono per il 67% le opportunità di crescita professionale e per il 61% l’importo del rimborso. Per chi ha effettuato stage lavorativi negli ultimi tre anni, anche la cultura aziendale costituisce un criterio importante in fase di valutazione di una potenziale candidatura (41% rispetto al 36% del totale degli intervistati).
Le aspettative di successo di uno stage restano però frammentate: il 31% si aspetta che l’esperienza possa trasformarsi in un’opportunità di lavoro stabile, il 37% ha aspettative basse o non ne ha affatto.
L’insufficienza del rimborso spese sul banco degli imputati
Il fattore economico è cruciale per i neolaureati, e quasi otto giovani su dieci (78%) ritengono che l’importo del rimborso spese per uno stage sia insufficiente, non solo perché non consente di accedere un mutuo prima casa o a un prestito personale, ma anche perché non adeguato al costo della vita nelle grandi città. La prima causa di rifiuto di uno stage (22%) è proprio l’ammontare inadeguato o del tutto assente del rimborso spese. Nonostante il peso della questione economica nella valutazione di uno stage, solo quattro giovani su dieci dichiarano di sentirsi a proprio agio nel discutere retribuzione e benefit in fase di colloquio, mentre tre su dieci – soprattutto nel Nord Italia – vivono questo momento con disagio.
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