Cessione del credito per lavori non ultimati: cosa sapere

Le 3 cose da sapere:
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Puoi cedere il credito solo se hai almeno un SAL al 30% emesso entro fine 2023.
1Puoi cedere il credito solo se hai almeno un SAL al 30% emesso entro fine 2023.
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Il Decreto Salva-SAL consente di salvare i bonus anche con lavori incompleti.
2Il Decreto Salva-SAL consente di salvare i bonus anche con lavori incompleti.
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Attenzione alle scadenze: errori o ritardi possono far scattare controlli fiscali.
3Attenzione alle scadenze: errori o ritardi possono far scattare controlli fiscali.
La cessione del credito è un meccanismo finanziario che ha guadagnato notevole importanza nel contesto dei bonus edilizi, come il Superbonus 110%. Questo strumento consente ai beneficiari di trasferire il credito fiscale derivante dai lavori di ristrutturazione a terzi, come banche o intermediari finanziari, ottenendo così liquidità immediata. Tuttavia, quando i lavori non vengono completati entro i termini stabiliti, possono sorgere complicazioni legali e fiscali. Ecco le le normative e le procedure relative alla cessione del credito per lavori non ultimati, fornendo una guida dettagliata per evitare problemi e massimizzare i benefici.
Sommario
Cessione del credito per lavori Superbonus non conclusi in tempo
Quando gli interventi legati al Superbonus non vengono completati nei tempi previsti, è comunque possibile usufruire della cessione del credito, ma solo a precise condizioni. Innanzitutto, è indispensabile aver emesso almeno un SAL (Stato di Avanzamento Lavori) che attesti il progresso delle opere. Questo documento deve rappresentare almeno il 30% del totale dell’intervento, condizione necessaria per dimostrare la reale esecuzione dei lavori ed evitare eventuali contestazioni o sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
È fondamentale, inoltre, che il contribuente si impegni formalmente a portare a termine l’intervento rispettando i requisiti tecnici richiesti dal Superbonus, come ad esempio il miglioramento energetico dell’edificio. La presenza del SAL consente così di mantenere un legame con i benefici fiscali, anche se l’intervento non è stato completato entro il termine originario.
Il ruolo del Decreto “Salva-SAL”
Per rispondere ai ritardi diffusi nei cantieri, è stato introdotto il Decreto “Salva-SAL”, pensato per offrire una via d’uscita a coloro che non hanno concluso i lavori entro il 2023. Grazie a questo provvedimento, è possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, a condizione che siano stati emessi i relativi Stati di Avanzamento Lavori.
Attenzione però: il decreto non elimina l’obbligo di rispettare i requisiti tecnici previsti dalla normativa, come il miglioramento di almeno due classi energetiche e la destinazione residenziale dell’immobile. Chi intende usufruire delle agevolazioni deve quindi pianificare con attenzione gli interventi e verificare che tutta la documentazione sia in regola per non rischiare la revoca dei benefici fiscali.
Decreto Salva Superbonus: cosa cambia
Un’ulteriore misura di tutela è stata introdotta con il Decreto Legge 212/2023, convertito in legge il 20 febbraio 2024. Questo provvedimento amplia le possibilità di salvaguardia per i beneficiari del Superbonus, consentendo di mantenere le agevolazioni anche in caso di lavori non completati entro il 2023, purché siano soddisfatte le condizioni previste.
Anche in assenza del miglioramento di due classi energetiche, il decreto consente di non perdere i benefici, a patto che gli altri requisiti tecnici e amministrativi siano rispettati. Le spese documentate con SAL entro la fine del 2023 potranno quindi continuare ad accedere alla detrazione piena, mentre quelle sostenute dal 2024 in poi saranno detraibili con un’aliquota ridotta al 70%. Si tratta quindi di un’opportunità importante, ma che rende ancora più centrale una pianificazione precisa e tempestiva degli interventi.
Conseguenze fiscali e obblighi documentali
Il mancato rispetto delle scadenze e delle condizioni previste dalla normativa può comportare accertamenti fiscali e sanzioni. In assenza di una documentazione adeguata o di requisiti non soddisfatti, il Fisco può chiedere la restituzione dei benefici già fruiti, aggravati da interessi e multe. Ecco perché è fondamentale conservare con cura tutti i documenti relativi ai lavori, ai SAL, ai contratti e alle spese sostenute.
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