In Italia stipendi reali a picco
8 ago 2025 | 2 min di lettura

Gli stipendi aumentano (poco) in termini nominali (cioè quella cifra in euro che si trova in fondo alla busta paga). Il problema è che le retribuzioni calano pesantemente in termini reali. Tradotto: con quella cifra in fondo alla busta paga si può comprare sempre meno. Lo afferma l’Ocse, l'Organizzazione che riunisce le 38 economie più industrializzate del mondo.
I salari in Italia
Rispetto al 2021, i salari reali in Italia sono più bassi del 7,5%. Le paghe, in sostanza, sono aumentate meno dell’inflazione. Sarà una tendenza comune? Non proprio. La performance italiana è la peggiore tra i Paesi analizzati.
È vero che l’inflazione ha soffiato forte un po’ ovunque dopo la pandemia, ma tra i membri Ocse gli stipendi sono aumentati in media del 2,4% in termini reali. Anche andando oltre le medie e analizzando i singoli Paesi, il confronto non migliora più di tanto. Gli stipendi hanno perso valore anche in Germania (-0,2%), Francia (-1%), Usa e Giappone (-2%) ma con un impatto decisamente più modesto rispetto all’Italia.
Le previsioni
Nell’ultimo periodo, qualcosa si è mosso, con un incremento in termini reali del 2,2% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. È una buona notizia per le famiglie, che così hanno a disposizione più risorse per consumi e prestiti, ma si tratta pur sempre di un dato sotto la media Ocse (+2,5%).
L’organizzazione prevede che i salari nominali dovrebbero aumentare del 2,6% nel 2025 e del 2,2% nel 2026. Ancora una volta, si tratta di performance molto sotto la media. Per fortuna, le paghe reali non dovrebbero risentirne più di tanto, grazie a un’inflazione che si prevede in calo (del 2,2% quest'anno e dell'1,8% il prossimo).
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