Spese obbligate, un “peso” da quasi 9.000 euro l’anno
28 lug 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

La voce che incide di più è l'abitazione
Nel 2023 le spese obbligate assorbono il 41,5% dei consumi. Lo afferma l’Ufficio Studi Confcommercio. La quota è calata rispetto al livello record del 2022, quando aveva raggiunto il 42,7%, ma resta oltre la soglia dei 40 punti percentuali, superata per la prima volta nel 2008.
Si tratta di un dato preoccupante. Ecco perché.
Cosa sono le spese obbligate
Le spese obbligate sono un indicatore della salute economica. Più è alta e meno gli italiani hanno margine finanziario. Detto in parole semplici: se l’affitto, le bollette e i medicinali pesano tanto, si avranno meno euro da spendere altrove.
La classificazione di Confcommercio, peraltro, è in un certo senso arrotondata per difetto perché, secondo la metodologia dell’Ufficio Studi, nelle spese obbligate ci sono affitto, manutenzione della casa, acqua, gas ed elettricità, assicurazioni, spese sanitarie. Non sono inclusi altri beni e servizi, detti “commercializzabili”, altrettanto necessari come alimentari e trasporti, ma sui quali le famiglie hanno maggiori possibilità di scelta e, quindi, di risparmio.
Quanto vale il “macigno”
Pare chiaro, quindi, che – tolte le spese non prorogabili – a molte famiglie resti poco da spendere. In termini assoluti, su un totale di oltre 21.000 euro pro capite di consumi annui, per le spese obbligate se ne vanno 8.755 euro, ovvero 100 euro in più circa rispetto al 2019.
La voce che pesa di più riguarda in generale l’abitazione (5.062 euro) e in particolare energia, gas e carburanti che, con 1.976 euro, rappresentano il 9,4% del totale dei consumi. Si tratta, secondo Confcommercio, di “un macigno sui consumi”, che limitano gli acquisti non necessari e spingono a sottoscrivere prestiti.
Aumento dei prezzi a velocità doppia
L’Ufficio Studi definisce “allarmante” la tendenza, dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi. Se tra il 1995 e il 2023, infatti, il prezzo medio dei beni commercializzabili è cresciuto di quasi il 53%, quello delle spese obbligate è aumentato del 120%, con la componente energia che è salita di quasi il 175%.
Si tratta di trend che, afferma Confcommercio, “riducono il benessere e dei consumatori e frenano la propensione al consumo con inevitabili effetti depressivi sulle già deboli dinamiche del Pil”.
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