Le famiglie perdono fiducia (ma vogliono spendere)
24 lug 2025 | 2 min di lettura

Sono tempi complicati. Per l’economia, ma anche per chi fa ricerca. Sì, perché gli autori del rapporto Confcommercio-Censis Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2025 si sono trovati di fronte un quadro complesso, a due (se non a tre) facce.
Buone e cattive notizie
Da una parte ci sono le note liete: l’economia italiana è “stabile e in buona salute, con reddito disponibile in aumento, grazie all’occupazione ai massimi storici e all’inflazione sotto controllo”. Eppure le famiglie, nonostante dimostrino “voglia di normalità e di tornare a spendere”, restano “prudenti”. Il clima di fiducia, in particolare, resta “incerto”. Gli ottimisti prevalgono, ma sono molti meno rispetto al 2023. E un quarto delle famiglie teme una contrazione dei propri redditi.
Qui però la situazione torna a ribaltarsi. Anche se la fiducia scarseggia, le intenzioni di spesa per il 2025 sono in crescita rispetto allo scorso anno. Tra acquisti e piccoli prestiti, sono buone le prospettive degli elettrodomestici, con un aumento del 10,9%, e i prodotti tecnologici (+9,1%). Segnali positivi che fanno prevedere a Confcommercio e Censis la possibilità concreta di raggiungere, a fine anno, l’obiettivo di accrescere i consumi, anche se solo dell’1%.
L’erosione del risparmio
La sfiducia in aumento nonostante un quadro economico che migliora è probabilmente dovuta a una certa stanchezza. Le famiglie vengono infatti da anni complicati, durante i quali ha pesato (tanto) l’inflazione.
Il 43,3% delle famiglie ha aumentato i consumi nel 2024, ma ai danni del risparmio, diminuito per oltre la metà degli italiani. Il principale fattore che costringe a ridurre i consumi (lo dice il 56,3% degli italiani) è rappresentato dalle spese obbligate (bollette, tasse, spese condominiali). Seguono contrazione dei redditi (25%) e necessità di accantonare risorse per imprevisti (18,7%).
I prezzi hanno contribuito a consolidare le diseguaglianze socio-economiche: solo il 12% delle famiglie a basso reddito ha visto crescere il proprio reddito contro il 24,9% di quelle più agiate. E il 47,1% delle famiglie meno abbienti dichiara minori disponibilità economiche rispetto all’anno precedente.
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