Social lending: caratteristiche e rischi

Social lending: cos'è?

Social lending: caratteristiche e rischi

Pubblicato il 30 ottobre 2013

Sono finiti i tempi delle vacche grasse e, come tutti ben sappiamo, non è sempre facile ottenere un prestito dalla propria banca. Sono decisamente più rigidi i requisiti per usufruire di questo servizio e, in tempi di crisi economica, le banche stesse tendono a essere meno flessibili di un tempo anche con i propri clienti. Per questo prende sempre più piede il social lending, soprattutto fra quanti necessitano di un prestito personale. Le caratteristiche principali di questo tipo di prestito fra privati sono il suo funzionamento e i suoi rischi.


Vediamo tutto in dettaglio. Cosa è il social lending? E' un prestito fra privati che viene autorizzato dall'art. 1813 del codice civile, il quale rende questo tipo di attività lecita anche se la considera “anomala”. Il social lending è, in sostanza, un prestito che viene richiesto da una persona fisica a un'altra persona fisica. L'attività viene considerata anomala perché a una semplice persona fisica, in genere, non è concesso esercitare attività continuative che siano legate ad alcun prestito. Quindi il social lending deve avere caratteristiche di occasionalità. Inoltre, secondo l'art. 106 del Tub, il Testo unico bancario, chiunque eserciti il social lending dovrà possedere comunque le competenze giuste in materia, in modo da poter offrire un servizio preciso.


Vediamo i rischi del social lending. Essendo questa un'attività che viene svolta fra persone fisiche, quindi un'attività che non ottiene un rigido controllo da parte di alcun ente specializzato, non sarà necessario rivolgersi ad alcuno sportello specifico. Il social lending, infatti, si è sviluppato soprattutto online, legato dunque ai rischi connessi alla rete. E' pur vero che i tassi, in genere, sono più convenienti rispetto a quelli di un prestito tradizionale, dal momento che non c'è alcuna mediazione: i rischi, però, sono più elevati e sono tutti connessi a quello che si chiama “rating di solvibilità”. In pratica, il rating di solvibilità è un indice che, per essere calcolato, tiene conto di diversi valori ma il cui meccanismo è alla fine molto semplice: più è basso il rating, più aumentano gli interessi che vengono richiesti.

Chiunque abbia bisogno di un prestito finalizzato, può esplicitare le proprie esigenze nelle varie community online. A questo punto, viene concordata una cifra, di solito piuttosto bassa, e viene stabilito il tasso d'interesse con tutte le clausole accessorie connesse al prestito. Ovvio che i rischi maggiori riguardino la solvibilità di chi presta e di chi riceve, praticamente le garanzie a tutela dell'investitore sono scarsissime.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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