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Reddito delle famiglie, Italia a due velocità

4 feb 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Manie da risparmio c Minerva Studio lr

Si allarga la forbice del reddito disponibile in Italia. Il quadro è tracciato a tinte poco brillanti dai dati resi noti dall’Istat sui conti economici territoriali del 2023 che confermano un divario tra il Nord e il Sud, sia in termini di reddito disponibile che capacità di spesa delle famiglie. Secondo Istat, nel 2023 il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno era attestato a 17,1mila Euro annui, confermatosi il più basso del Paese: la distanza da quello del Centro-nord pari a 25mila Euro annui, sottolinea Istat, supera il 30%. Non è un caso, insomma, che i dati sui prestiti personali presentino cifre in aumento in un paese nel quale "tirare avanti" sembra diventato un problema.

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Adoc, quadro inaccettabile

“L’aumento del reddito disponibile delle famiglie è sempre al di sotto dell’aumento dei prezzi, che restano alti ovunque: al nord, al centro e al sud. Il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno, pari a 17,1 mila euro annui, è inferiore di oltre il 30% rispetto a quello del Centro-Nord, che si attesta a 25 mila euro - spiega Anna Rea, presidente di Adoc -. Questo significa che una persona che vive al Nord ha mediamente a disposizione 8 mila euro in più all’anno rispetto a una persona che vive al Sud. Un divario enorme, che si riflette inevitabilmente sulla qualità della vita e sulle opportunità di crescita. Questi dati evidenziano una profonda disuguaglianza territoriale. È necessario un intervento deciso del Governo per colmare questo gap. Non è più tollerabile che esistano persone di serie A e persone di serie B”.

Occorre “azione incisiva”

Secondo la presidente di Adoc, “bisogna fronteggiare gli aumenti attraverso un’azione incisiva, in particolare al sud, e avviare azioni di contrasto verso le speculazioni; adottare misure concrete e strutturali per sostenere il potere d’acquisto dei consumatori, ma soprattutto politiche efficaci che favoriscano la crescita economica e l’occupazione nel Mezzogiorno, investimenti in infrastrutture, servizi e formazione”. A partire dagli Osservatori territoriali, progetto sperimentale sulla rilevazione dei prezzi dei generi alimentari freschi, istituiti per monitorare i prezzi dei beni e servizi di largo consumo.

Codacons, Italia a due velocità

Secondo il Codacons, i numeri Istat “confermano ancora una volta le enormi differenze esistenti tra nord e sud Italia sul fronte di ricchezza e spesa dei cittadini, una forbice elevatissima che, purtroppo, si allarga di anno in anno, lasciando indietro le regioni del Mezzogiorno. Analizzando i dati dell’Istat - spiega l'associazione - si scopre, ad esempio, che in Campania i consumi finali pro capite dei cittadini risultano praticamente dimezzati rispetto a quelli di chi risiede in Valle d’Aosta: 15.200 euro a residente contro i 30.500 euro della Val d’Aosta. Male anche Puglia (16 mila euro) e Sicilia (17 mila euro). Andamento analogo sul fronte dei redditi disponibili dei cittadini, dove fanalino di coda è la Calabria con una media di 16.200 euro ad abitante, oltre il 48% in meno rispetto a chi risiede nella Provincia autonoma di Bolzano, e che vanta un reddito pari a 31,4mila euro”.

Rienzi: il Mezzogiorno ne fa le spese

“I numeri - commenta il presidente del Codacons Carlo Rienzi - confermano purtroppo come sul piano economico esistano due Italie che viaggiano a velocità del tutto diverse. A farne le spese i cittadini del Mezzogiorno, che pagano il conto di ritardi e politiche del tutto inadeguate, che non hanno saputo colmare l’enorme divario esistente tra nord e sud della Penisola”.

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