Prosciutti e formaggi a garanzia dei prestiti
18 mar 2016 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Le aziende sottoscrivono finanziamenti dando a garanzia i loro prodotti
Per sbloccare la situazione di prestiti personali sempre più complicati da ottenere ci si inventa di tutto. Una piccola azienda del modenese, per esempio, il caseificio 4 Madonne ha dato in garanzia per un prestito obbligazionario da lui stesso lanciato circa 20.700 forme di Parmigiano Reggiano, ognuna da 40 chili. E così, nelle casse della cooperativa sono finiti oltre 6 milioni di euro, tutti da restituire entro il 2022 a un interesse annuo del 5%, con l’impegno che, qualora la società non riesca a ripagare il debito, i sottoscrittori verranno risarciti con forme di formaggio dop.
Il prosciutto nella finanza creativa. Anche le prelibatezze alimentari, dunque, entrano alla grande tra le alchimie finanziarie. D'altronde le aziende produttrici che devono pagare subito sia i fornitori che i dipendenti, devono anche aspettare mesi e mesi di stagionatura prima di incassare qualcosa. Alcune banche, anche in Italia, sono disponibili a finanziare queste imprese, in genere mediopiccole, ottenendo in cambio Parmigiano Reggiano oppure Crudo di Parma che vengono custoditi in appositi magazzini. Il modello è stato applicato proprio pochi giorni fa da un'altra azienda agricola, Tenute Salvaterra di Verona, che ha dato in pegno centinaia di bottiglie del pregiato vino Amarone in cambio di un prestito da 9 milioni di euro.
Una pratica tipicamente UK. Nel caso della cooperativa modenese 4 Madonne, la peculiarità è che il prestito non passa attraverso le banche. Perché si tratta di minibond, obbligazione che la piccola impresa può offrire direttamente agli investitori a tassi più vantaggiosi. La novità è poco diffusa in Italia, anche se si tratta di uno strumento già parecchio utilizzato nel Regno Unito. A dicembre dello scorso anno, per esempio, Arbikie, distilleria scozzese, ha offerto 300 botti del suo single malt al prezzo di 13 mila euro l’una, impegnandosi a riacquistarle entro otto anni allo stesso prezzo, anche se è largamente stimabile che, nel frattempo, il valore del whisky aumenti. Per pagarsi un nuovo impianto, invece, l'estate scorsa, il birrificio Innis & Gunn, ha emesso un bond a doppio tasso di interesse, 7,25% e 9%, destinato a chi accettava di essere pagato in natura, ossia in bottiglie di birra.
Rischio produzione. Il rischio c’è, ovvio: che qualcosa vada storto nella produzione. Un caso c'è già stato e riguarda la rockstar David Bowie che, nel 1997, aiutato dal banchiere americano David Pullmann, ha fatto cassa mettendo a garanzia dei minibond i diritti sui suoi album già incisi. L'assicurazione Prudencial sottoscrisse titoli per 55 milioni di dollari, ma poi il rating crollò a Baa3, poco sopra il junk: colpa di Napster e della pirateria, che allora diedero un colpo mortale all’industria del disco, David Bowie compreso. Il Parmigiano è un bene più sicuro, dicono gli esperti, anche se attualmente, alla borsa merci di Parma, quota 8,3 euro al chilo ed è vicino ai minimi storici.
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