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Prestiti auto in vetta alla classifica, ma non per l'elettrico

2 mar 2018 | 4 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

prestiti auto in vetta alla classifica ma non per l elettrico

In Italia l'auto elettrica fa fatica a decollare

I prestiti auto sono la seconda voce, dopo la ristrutturazione della casa, della classifica italiana dei prestiti. Lo avevano già annunciato Prestiti.it e Facile.it nel loro osservatorio congiunto diffuso qualche tempo fa e oggi lo conferma anche Assofin, l’Associazione italiana del credito al consumo, secondo cui nel 2017, per i prestiti personali, sono stati erogati da banche e finanziarie, 22,4 miliardi di euro, il 9% in più rispetto al 2016. Ebbene il 19% di tutto l’erogato, ossia 7,2 miliardi di euro (il 14% in più rispetto al 2016) è andato a finanziare la domanda di prestiti per acquistare auto e moto. Nella classifica delle province che non rinunciano a un prestito auto svetta Rovigo con il 12,5% della domanda totale: seguono Belluno (12,4%) e Pistoia (12%). Per quanto riguarda invece le auto usate, prima è Vicenza, con il 28,7% delle richieste: al secondo e terzo posto ci sono Belluno (27,7%) e Arezzo (27,3%).

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C'è un segmento, però, nel quale l'Italia dimostra di essere ancora parecchio indietro; quello delle auto elettriche, un mercato che in Italia stenta a decollare. Nella classifica mondiale di vendite di auto elettriche, infatti, l'Italia non compare. L'anno scorso, nel nostro Paese, le vendite sono aumentate arrivando però, in tutto, a 1.967 vetture vendute, un irrisorio 0,1% del mercato. Le ibride sono raddoppiate rispetto al 2016 ma hanno toccato le 66 mila unità. A dominare il mercato italiano continuano a essere le auto a benzina o quelle diesel: secondo l'Associazione nazionale filiera industria automobilistica, nel 2017 ne sono state vendute 1.970.962, in aumento del 7,9%.

Eppure sempre di più il resto del mondo va elettrico. In Cina, l'anno scorso, le vendite di auto elettriche sono raddoppiate arrivando a 652 mila. Cifra irrisoria se paragonata ai 28,9 milioni di vetture vendute nel Paese, ma pur sempre maggiore rispetto ai nostri piccoli numeri. Anche negli Stati Uniti il 2017 è stato un anno importante: con 199.826 immatricolazioni (su 17,2 milioni totali), gli Usa sono il secondo mercato mondiale per vendita di auto elettriche. Cresce anche il mercato elettrico del Vecchio Continente: l'anno scorso è aumentato del 43,6% con 149.086 mila auto elettriche, ovvero lo 0,9% del mercato, su 15.131.778 milioni di immatricolazioni totali. In sostanza oggi, per le strade d'Europa, circolano 501.798 vetture elettriche.

Tanti problemi ancora irrisolti. A frenare le vendite di auto elettriche in Italia contribuiscono non poco gli incentivi, fra i più bassi d’Europa: 3.000 euro contro una media europea di 9.000 euro. E poi c'è il problema delle colonnine per la ricarica: troppo poche. In Italia c'è una colonnina ogni 14.388 abitanti. In Germania, la migliore d'Europa, una ogni 3.620 persone. Per non parlare della Norvegia che vanta una colonnina ogni 671 persone. In Italia, mette in luce un articolo del Corriere della Sera, siamo indietro, e questo nonostante siano stati stanziati ben 33,5 milioni di euro per costruire infrastrutture di ricarica. A bloccare il mercato delle elettriche, spiega il Corsera, è anche il prezzo delle auto, intorno ai 30 mila euro di media, con la batteria che pesa fino al 50%. Questo anche se, secondo uno studio targato Bloomberg, il costo delle batterie al litio dal 2010 è diminuito del 73% e si prevede che i prezzi caleranno ancora nei prossimi vent’anni, con le batterie destinate a essere meno ingombranti, più leggere e, soprattutto, più veloci da ricaricare.

Altri dubbi, come emerso in una bella inchiesta condotta per il settimananale Sette dal giornalista Alessio Ribaudo, riguardano la ridotta autonomia e i tempi di ricarica, generalmente troppo lunghi e la scarsa diffusione delle colonnine di rifornimento.

Bisogna darsi una mossa. Eppure, come mette in risalto un altro articolo del Corriere della Sera, l'Italia non può attendere più di tanto a darsi una mossa. L’accordo di Parigi sul clima, sottoscritto a dicembre 2015 da 196 paesi, ha stabilito di porre fine alle vendita di auto a benzina e diesel che, attualmente, sono più o meno un miliardo. L'obiettivo è contenere il riscaldamento del pianeta sotto i due gradi: per fare questo è necessario arrivare, entro vent'anni a 600 milioni di auto elettriche circolanti. Un bel salto in avanti dagli attuali due milioni, pari allo 0,2% del totale.

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