L'inflazione continua a crescere: ecco perché è un problema

A rivelarlo i dati ufficiali di Istat

I prezzi continuano a crescere: dopo anni di calma piatta, negli ultimi mesi l'inflazione ha iniziato a correre, con un impatto diretto sulle tasche e sui consumi degli italiani. L'ultima conferma ufficiale arriva dall'Istat: a novembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,7% rispetto a ottobre e del 3,8% su base annua.

Il caro energia

Secondo l'Istituto nazionale di statistica, la causa principale della galoppante inflazione è da ricondurre all’aumento dei prezzi dei beni energetici: se a ottobre aveva segnato un allarmante +24,9%, a novembre è andata ancora peggio, con un incremento del 30,7%.

Su base annua, cresce molto di più il prezzo dei beni (da +4,2% a +5,3%) rispetto a quello dei servizi (da +1,3% a +1,7%).

Gli aumento settore per settore

Salati anche i trasporti, i cui prezzi sono aumentati del 3,6% anno su anno. Nel mese di novembre, anche i beni alimentari hanno registrato un segno “più”, anche se su livelli che non destano ancora preoccupazione: il prezzo al consumo dei lavorati è aumentato dell’1,7% mentre quello dei non lavorati dell’1,5%.

Nessun settore è risparmiato dall'accelerazione dei rincari: i prezzi dei prodotti per la casa segnano un aumento dell'1,4% e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto del 3,8%.

Gli effetti dell'inflazione

Nel 2021 l’inflazione si attesta, secondo le stime, a +1,9% per l’indice generale. Come si nota dall'elenco dei settori coinvolti, si tratta di un fenomeno che ha un impatto diretto sulle tasche della famiglie, sui loro acquisti quotidiani e sulle scelte di spesa.

Se l'inflazione dovesse mantenersi così elevata a lungo eroderebbe il potere d'acquisto e i risparmi, condizionando anche la capacità di richiedere prestiti. Nella peggiore delle ipotesi, tassi elevati sono un freno per la ripresa e potrebbero avere un impatto negativo sulla fiducia e sui consumi.