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In aumento debiti e sofferenze bancarie

17 set 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Famiglie e imprese stentano a restituire i finanziamenti ottenuti dagli istituti di credito

Famiglie e imprese sempre più in affanno: i debiti contratti con le banche, anziché diminuire nell’attesa della ripresa economica, sono in deciso aumento  come emerge  dall’ultimo rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa.

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Crescono infatti le sofferenze nei bilanci delle banche: negli ultimi 12 mesi, da luglio 2014 a luglio 2015, sono cresciute del 16% arrivando a superare i 197 miliardi di euro, in aumento di quasi 30 miliardi. La quota maggiore di prestiti non rimborsati è quella delle imprese per un ammontare complessivo di 141 miliardi.

Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese è salita da 119,4 miliardi a 140,9 (+17,99%) in aumento di 21,4 miliardi. La parte relativa alle famiglie è cresciuta da 32,8 miliardi a 35,9 miliardi (+9,40%) in salita di 3,1 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,6 miliardi da 14,2 miliardi a 15,9 miliardi (+11,43%). Le "altre" sofferenze (quelle alimentate dal debito contratto da Pubblica amministrazione, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 2,4 a 4,2 miliardi (+75,31%) con 1,8 miliardi in più.

Complessivamente le sofferenze, ovvero la quota di prestiti di cui le banche non riescono a ottenere il rimborso, corrispondono al 14% dei prestiti concessi complessivamente in aumento rispetto al 12% di un anno fa.

Al di là dei numeri in quanto tali, è la tendenza a preoccupare perché in quattro anni e mezzo le sofferenze sono più che raddoppiate: da dicembre 2010 a luglio 2015, sono passate da 77,8 miliardi a 197,1 miliardi in salita di 119,7 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi.

Se chi prende in prestito fa fatica a onorare il pagamento della rata, il sistema bancario a sua volta stenta ad allargare i cordoni della borsa: nell'ultimo anno, secondo i dati di Unimpresa le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 10 miliardi (-0,6%).

Unica eccezione in questo quadro desolante sono i prestiti a medio termine: per le aziende sono saliti di quasi 13 miliardi (+12%) mentre per il credito al consumo è aumentato di quasi 12 miliardi (+20%).

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