I precari chiedono sempre meno prestiti

Meno rate per chi è precario

Negli ultimi due anni la percentuale di richiedenti si è quasi dimezzata

Pubblicato il 15 febbraio 2018

Chi ha un lavoro percepito come “sicuro”, a tempo indeterminato o autonomo, tende a chiedere più facilmente un prestito personale, sia esso destinato all'acquisto di un'auto, alla ristrutturazione della casa o all'ottenimento di luquidità. I timori relativi alla sostenibilità del pagamento di una rata, e la mancanza di garanzie per la concessione del finanziamento, fanno sì invece che i lavoratori con contratto a tempo determinato siano di fatto sempre meno propensi a chiedere ulteriori liquidità alle banche o alle società specializzate nel credito al consumo.

A rivelarlo è l’analisi realizzata da Facile.it e Prestiti.it su un campione di oltre 100mila domande di finanziamento raccolte fra il l’1 gennaio 2016 ed il 31 dicembre 2017.

Guardando alle richieste presentate attraverso i due portali, la percentuale di lavoratori precari che hanno cercato di ottenere un prestito personale è diminuita nel corso dei due anni presi in esame, quasi dimezzata, passando dallo 0,31% del 2016 allo 0,17% del 2017. Nello stesso periodo, invece, è aumentata la percentuale di dipendenti privati a tempo indeterminato che hanno chiesto un finanziamento passando dal 62,38% del 2016 al 65,96% del 2017, così come quella dei lavoratori autonomi, salita dal 9,18% nel 2016 all’11,72% nel 2017.

A scoraggiare i titolari di contratto a tempo determinato dal chiedere un prestito personale sono in particolare due cause: da un lato l’atteggiamento delle banche che tendono a richiedere una posizione lavorativa stabile o la presenza di un garante  per concedere un finanziamento. Dall’altro lato, invece, il comportamento dei lavoratori stessi che, proprio in virtù della loro incertezza lavorativa, tendono a indebitarsi il meno possibile e a limitare impegni a medio e lungo termine. 
Si riduce non solo il numero di chi chiede ma anche la somma richiesta: nel 2016 la richiesta media (a fronte di uno stipendio di 1.324 euro) era pari ad 8.557 euro da restituire in 58 mensilità, mentre nel 2017 è stata pari a 8.247 euro (con un calo del 3,6%), con un piano di restituzione di 51 mesi.  Nel 2016 la motivazione principale era rappresentata dall’ottenimento di liquidità, seguita dall’ acquisto dell’auto usata e dal consolidamento debiti. Nel 2017, invece, la prima finalità diventa l’acquisto di un’auto usata, seguita dall’ottenimento di liquidità e dalla ristrutturazione di immobili.
 

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.

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