Effetto Brexit sui prestiti inglesi
24 ago 2016 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

La Bank of England avvia un piano di politica monetaria per il credito ai privati
La risposta di Bank of England alla Brexit è stata rapida. Con quattro nuove misure, la banca centrale britannica ha avviato il suo piano aggressivo di politica monetaria. L'obiettivo è riallineare la banca centrale di Sua Maestà a quelle europea e giapponese, dando al contempo un segnale forte agli investitori in risposta a condizioni di mercato potenzialmente avverse. Quattro le misure correttive, dicevamo, comprensive di un ritocco al sistema dei prestiti personali e di quelli alle imprese. La prima misura è il taglio dell 0,25% dei tassi d'interesse, col tasso di riferimento che, a quel punto, andrebbe allo 0,25% anch'esso. È poi contemplato il ricorso a un quantitative easing da 60 miliardi di sterline, in modo da acquistare titoli di stato inglesi in un orizzonte temporale di sei mesi. Terza misura, un piano d'acquisto da dieci miliardi di sterline per l’acquisto di obbligazioni corporate. Infine, una nuova modalità di finanziamento, il Term funding scheme.
Incentivo ai prestiti. Di cosa si tratta? Il Term funding scheme è una misura intesa a facilitare la creazione di credito verso famiglie e imprese. Una misura innovativa che dovrebbe evitare alle banche una crisi di redditività determinata dai tassi d'interesse bassi. Gli economisti inglesi, infatti, hanno ormai capito, anche in virtù delle perdite azionarie del settore bancario, che il taglio dei tassi danneggia in qualche modo la profittabilità delle banche, non favorendo l’aumento dei prestiti, soprattutto dei prestiti personali destinati alle famiglie. Per questo, per invertire la tendenza, con il nuovo programma Term funding scheme, la Banca d’Inghilterra è disponibile a prestare fino a 100 miliardi di sterline alle banche, per quattro anni, a tasso agevolato, in modo da permettere agli istituti di credito di guadagnare di più sui prestiti e finanziamenti che decideranno di erogare. Il piano, che dovrebbe favorire la concessione di prestiti personali a privati (e di quelli alle aziende), in sostanza non si discosta molto da quanto stanno facendo sia la Banca centrale europea che la Banca centrale giapponese.
Più rischi per gli investitori. Le altre misure, soprattutto il nuovo piano di acquisto di obbligazioni corporate per 10 miliardi di sterline, interessano quasi esclusivamente gli investitori. Dovrebbero servire, secondo la BoI a comprimere i tassi insiti sulle obbligazioni corporate, determinando lo spostamento, verso obbligazioni più rischiose oppure verso azioni ad alto dividendo, degli investitori che vanno a caccia di rendimenti.
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