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Consumatori italiani ancora troppo attaccati al contante

14 ott 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

soldi stesi

Il contante rimane lo strumento di pagamento principale presso il punto vendita fisico, specialmente per gli acquisti fino a 50 euro, ma il suo uso è in calo. Lo spiega Banca d'Italia che ha appena pubblicato il Rapporto sulle abitudini di pagamento dei consumatori in Italia: evidenze dall’indagine BCE del 2024, il nuovo numero della collana “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento”.

Il rapporto presenta le abitudini di pagamento dei consumatori italiani sulla base dei risultati dell’indagine condotta nell’area dell’euro dalla Banca Centrale Europea tra la fine del 2023 e la prima metà del 2024.

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I consumatori italiani virano sul cashless

Le abitudini di pagamento dei consumatori stanno evolvendo progressivamente verso le transazioni digitali, stando a Bankitalia. È  così anche in Italia, almeno stando ai dati di Bankitalia i quali mostrano che, sebbene il contante rimanga lo strumento di pagamento principale presso il punto vendita fisico (Point of Sale – POS), specialmente per gli acquisti di valore ridotto, cioè fino a 50 euro, il suo utilizzo si è progressivamente ridotto. Il contante rappresenta il 64% delle transazioni fino a 30 euro (76% nel 2022; 89% nel 2019) e il 56% dei pagamenti tra 30 e 50 euro (54% nel 2022; 61% nel 2019). Per acquisti compresi tra 50 e 100 euro, il contante rappresenta ora solo il 44% delle transazioni (45% nel 2022; 54% nel 2019).

Carte sempre più utilizzate

Le carte, oltre a rappresentare la principale alternativa al contante per le transazioni al POS, continuano anche a essere lo strumento di pagamento più utilizzato, in termini sia di numero sia di valore, per gli acquisti online. Inoltre, crescono i servizi di pagamento digitali tramite dispositivi mobile al POS e per gli acquisti online (e-payments).

Italia ancora troppo “contante”

Nonostante tutto l'Italia rimane uno dei paesi dell’area dell’euro con il maggior utilizzo di contante. Nel nostro Paese, per numero di transazioni, i pagamenti in contanti rappresentano il 61% di tutte le transazioni nei punti vendita fisici: il dato è in calo dal 69% nel 2022 e dall’82% nel 2019. Le transazioni con carta rappresentano il 32% delle transazioni, in aumento dal 26% nel 2022 e dal 16% nel 2019, mentre per circa il 4% si tratta di pagamenti mobili (2% nel 2022).

In termini di valore della transazione, i pagamenti in contanti rappresentano il 49% del totale degli acquisti nei punti vendita fisici: il dato è in linea con il 2022 mentre erano il 58% nel 2019, rispetto al 39% delle operazioni con carta che erano il 43% nel 2022 e il 32% nel 2019, e anche rispetto al 5% per i pagamenti mobili (2% nel 2022).

Si riduce il divario di genere

L’uso del contante, spiega ancora il report di Bankitalia, rimane particolarmente rilevante tra gli anziani, i gruppi di popolazione meno istruiti e a basso reddito, mentre i dispositivi mobili sono utilizzati principalmente dai giovani (generazione Z e millennial).

Unc: passi avanti (ma insufficienti)

L’accettazione della carte e di altri metodi di pagamento non cash da parte dei commercianti è salita all’87% dall’80% del 2022. Ebbene, secondo l’Unione Nazionale Consumatori il dato mostra passi avanti positivi, ma insufficienti. "I commercianti non possono rifiutare i pagamenti elettronici, quindi la percentuale di chi non accetta carte, per quanto in calo, è comunque inaccettabile - sottolinea presidente Massimiliano Dona -  Bene che gli italiani usino meno contante, ma il dato dovrebbe migliorare ulteriormente, attraverso più informazione e trasparenza. C’è poi il tema delle commissioni, che devono calare ulteriormente, anche per i commercianti. Urge più concorrenza nel settore. In tal senso un passo avanti potrebbe essere rappresentato in futuro dall’Euro digitale, purché totalmente pubblico e gratuito".

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