Come funziona il prestito non finalizzato

I prestiti personali non finalizzati

Chi e come può richiedere e ottenere un prestito non finalizzato

Pubblicato il 27 giugno 2014

Essere lavoratore dipendente avendo la garanzia di uno stipendio fisso mensile offre la possibilità di chiedere prestiti personali che non siano finalizzati, prestiti, cioè, per i quali non è obbligatorio specificare il modo nel quale verrà spesa la somma richiesta. Per questo tipo di prestiti, in generale, basta esibire come documentazione la busta paga che, per le banche, continua a  rappresentare una credenziale importante.

L'importo di un prestito di questo tipo varia in base allo stipendio percepito e all'età del lavoratore. Il finanziamento può essere richiesto sia dai lavoratori che abbiano a loro favore un contratto a tempo indeterminato che da quelli che hanno firmato un contratto a tempo determinato oppure uno di apprendistato: in base alle caratteristiche intrinseche del contratto, è bene sapere, variano anche le caratteristiche del prestito.

Mentre, infatti, per un dipendente a tempo indeterminato, che sia stato assunto da almeno tre mesi, la busta paga è sufficiente per chiedere un prestito da dilazionare nel tempo fino a 120 mesi, per un lavoratore a tempo determinato la scadenza del contratto di lavoro si identifica con la data entro cui è obbligatorio restituire il credito. La restituzione, nella maggior parte dei casi, si realizza tramite cessione del quinto dello stipendio, pur prevedendo eccezioni inerenti, in particolare, i richiedenti che abbiano un contratto a termine.

Mettendo a confronto due categorie di dipendenti, quelli pubblici e quelli privati, si nota come la richiesta di un prestito non finalizzato preveda condizioni molto vantaggiose soprattutto per quelli pubblici. Infatti, mentre i dipendenti privati per richiedere un prestito non finalizzato devono sottoporre alle banche, oltre alla busta paga, anche il proprio cud e possono vedersi rifiutare dal datore di lavoro la cessione del quinto, non potendo di fatto ottenere questo prestito (l'unica soluzione in questo caso è ricorrere ad altri tipi di finanziamento), un dipendente pubblico può richiedere il prestito Inps, cioè ex Inpdap, lo stesso a cui hanno accesso i pensionati.

In questi casi l'Inps, o le banche convenzionate all'ente, tramite il Fondo Credito, possono concedere prestiti, a patto che la richiesta rientri nelle disponibilità dell'Istituto.

In tutti i casi, per entrambe le categorie di lavoratori, pubblici o privati, la busta paga resta la garanzia migliore da sottoporre alle banche.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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