Come funziona il diritto di recesso nei prestiti

Prestiti: il diritto di recesso

Chi stipula un prestito può sempre decidere di interrompere il contratto

Pubblicato il 7 maggio 2014

Se avete trovato un prestito che sembrava fare al caso vostro soprattutto dal punto di vista della convenienza ma, subito dopo aver stipulato il contratto, vi siete accorti che non è così e che la scelta non è stata delle più accorte, bene, non abbiate paura, avete sempre a portata di mano il diritto di recedere dal contratto.

Fondamentale in questo senso è conoscere bene la normativa vigente, soprattutto la differenza tra prestito personale e prestito finalizzato. Nel momento in cui si decide di scegliere un prestito personale si ha a disposizione la somma erogata senza per questo doverne specificare la finalità, nel caso invece di prestiti finalizzati, questi vengono erogati direttamente all'azienda che, a sua volta, venderà all'acquirente il bene per cui l'acquirente stesso ha richiesto il prestito. Cosa bisogna fare però nel caso in cui si volesse recedere dal contratto?

E' importante sapere che, grazie al diritto di recesso, il cliente ha tempo 14 giorni, dalla data della firma del contratto, per poter recedere dal contratto, esercitando il recesso senza motivazioni e senza penali. In genere le modalità di recesso vengono esplicitate all'interno del contratto di prestito: solitamente è obbligatorio inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno nella quale viene esplicitamente dichiarata (ai sensi della direttiva comunitaria 48/2008 nonché dell'art. 125 ter Testo unico bancario) l'intenzione di esercitare il diritto di recesso. In questa lettera va anche indicato il giorno in cui è avvenuta la stipula del contratto di prestito e anche il numero del contratto.

Nel caso in cui il prestito personale sia stato già erogato il consumatore deve restituire alla banca, entro 30 giorni, il capitale concesso insieme agli interessi maturati a quel momento e alle tasse eventualmente dovute allo Stato. La banca, dal canto suo, non può obbligare il consumatore, che voglia esercitare il recesso anticipato del contratto di prestito, a pagare somme a titolo di penale.

Nel caso in cui, invece, il cliente abbia sottoscritto un contratto per un prestito finalizzato, se il bene acquistato non è stato ancora consegnato (con inadempimento del finanziatore), il cliente può risolvere il contratto stesso, ottenendo la restituzione delle rate che già siano state versate.

Per qualsiasi tipo di prestito, è bene saperlo, vale comunque il diritto del consumatore di estinguerlo in qualsiasi momento, pagando tutta la cifra restante in un'unica soluzione.

E' bene sapere che, con l'estinzione anticipata del contratto, è anche possibile ottenere lo sconto sugli interessi: secondo una normativa datata 2011, il rimborso anticipato prevede la penale dell'1% dell'importo rimborsato che va a carico del cliente richiedente, sempre che la vita residua del contratto superi l'anno. Se il tempo residuo è uguale oppure è inferiore all'anno, l'indennizzo non deve superare lo 0,5% dell'anticipo.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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