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Caro vita. Istat: il risparmio tocca il punto più basso dal 1995

9 apr 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

caro vita istat il risparmio tocca il punto piu basso dal 1995

Cresce, però, il reddito disponibile

Nel 2023 il caro vita ha continuato a erodere i risparmi accumulati da parte degli italiani. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Istat, sebbene il reddito disponibile delle famiglie sia aumentato del 4,7%, il loro potere di acquisto si è ridotto dello 0,5%. La spesa per consumi finali è cresciuta del 6,5% mentre i pagamenti dovuti per le imposte correnti sono aumentati del 10,7% rispetto al 2022.

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La combinazione di questi fattori ha causato una nuova riduzione della propensione al risparmio: è scesa al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il valore più basso dal 1995.

Aumenta il reddito disponibile delle famiglie…

Nel corso del 2023 il reddito disponibile delle famiglie italiane secondo i dati Istat è aumentato del 4,7% (era cresciuto del 5,7% nel 2022), pari ad un incremento di 58,7 miliardi di euro. Il continuo aumento dei prezzi ha, tuttavia, determinato una riduzione dello 0,5% del loro potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali (che va a sommarsi alla flessione dell’1,8% registrata nel 2022).

Nel 2023 il reddito delle famiglie è aumentato di 75,2 miliardi di euro (+5,6%), per effetto dell’aumento dei redditi da lavoro dipendente (+35,7 miliardi di euro, +4,5%), dai redditi derivanti dall’attività imprenditoriale (+18,6 miliardi di euro, +5,4%), dai redditi derivanti dall’utilizzo delle abitazioni di proprietà (+10,2 miliardi di euro, +6,7%) e dai redditi da capitale finanziario (+10,7 miliardi di euro, +17,6%). Nonostante ciò, le imposte pagate dalle famiglie sono salite del 10,7%.

…aumentano le pensioni e le prestazioni sociali

L’Istat mette in evidenza come anche le prestazioni sociali versate alle famiglie siano aumentate: hanno registrato un incremento del 4,3%, pari a +19,1 miliardi di euro (+2,4% nel 2022, +10,2 miliardi di euro). La dinamica positiva delle prestazioni sociali è dovuta, principalmente, all’aumento delle pensioni e rendite erogate dagli enti di previdenza (+21,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente) e delle misure relative agli assegni familiari (+3 miliardi di euro), in particolare per il consolidamento dell’erogazione dell’assegno unico e universale per i figli a carico, che hanno compensato la riduzione registrata nei sussidi per l’esclusione sociale (-10,8 miliardi di euro).

…ma aumentano anche tasse e contributi versati

Le imposte correnti pagate dalle famiglie sono aumentate di 24,6 miliardi di euro (+10,7% rispetto al 2022) per la crescita dell’Irpef (+10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (+23%). I contributi sociali versati dalle famiglie, nel complesso cresciuti di 10 miliardi di euro (+3,3%), si registra un aumento dei contributi sociali effettivi pagati dai lavoratori autonomi (+7,3%, +2,9 miliardi di euro) e una diminuzione di quelli a carico dei lavoratori dipendenti (-4,3% -2,2 miliardi di euro).

…e persino la spesa quotidiana

Nel contempo, l’aumento della spesa per consumi finali delle famiglie (+6,5%, +74,6 miliardi di euro), rispetto al reddito disponibile, al netto di eventuali prestiti personali richiesti per sostenerne il costo, ha causato nel 2023 un’ulteriore riduzione della quota di reddito destinata al risparmio.

Detto in altri termini, l’inflazione, rendendo più costosi sia beni, sia servizi, avrebbe ridotto la capacità di risparmio delle famiglie fino a farle toccare il livello più basso dal 1995: è passata dal 7,8% del 2022 al 6,3% del 2023.

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