Auto elettriche? No, grazie

Fra i problemi che bloccano lo sviluppo delle elettriche le poche colonnine di ricarica
Pubblicato il 23 febbraio 2017
Italia in netto ritardo rispetto al resto d’Europa per la diffusione di auto elettriche. Nonostante il crescente interesse, per molti automobilisti la scelta di passare a questo tipo di veicolo poco inquinante pare essere ancora tutt’altro che semplice: una volta superato il “primo scoglio”, rappresentato dal costo non proprio contenuto di un’utilitaria di questo tipo rispetto alle altre alimentate in modo tradizionale, ne restano ancora altri in grado di rendere la vita quotidiana non proprio comoda. In primis la mancanza sul territorio di un numero sufficiente di colonnine per ricaricarle. Se da un lato per sostenere il costo è possibile ricorrere ai prestiti auto su misura, dall’altro per la mancanza di punti di alimentazione c’è poco da fare, se non attendere.
Il ministero delle Infrastrutture ha reso infatti pubblici i dati aggiornati relativi alla loro diffusione sulla nostra Penisola. Attualmente si possono contare 1700 punti, divisi tra quelli di “ricarica” pubblici e altri di “tipo lento-accelerato”. Nel corso del 2017, tuttavia, dovrebbero essere installate ulteriori 700 stazioni.
Tra le città finora più attrezzate si segnala Firenze con circa 250 punti di ricarica. A seguire si colloca Roma con 200 colonnine e Milano che, compreso l’hinterland, ne ha 120.
I punti di ricarica veloce, in pratica quelli più apprezzati dagli automobilisti, sono solo 10, mentre sono 300 le colonnine pubbliche di tipo “lento” utilizzate per il rifornimento dei soli veicoli leggeri a cui si aggiungono 48 colonnine della società Tesla specializzata in veicoli elettrici.
Per far fronte a queste carenze, il Governo ha deciso di dare attuazione con il decreto legislativo 257/2016, in vigore dal 13 gennaio scorso, alla Direttiva europea relativa alla realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi e in particolare al miglioramento della rete di ricarica dedicata ai veicoli elettrici. La direttiva stabilisce infatti che entro il 31 dicembre 2020, dovrà esserci “un numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico”.
Il decreto stabilisce l’installazione di colonnine nelle città metropolitane, nelle aree urbane e sulle strada extraurbane, statali e autostrade e la possibilità di fare il "pieno" di auto elettriche e ibridi plug-in con "distributore" lento, accelerato, veloce o ultra-veloce. Ma la vera novità, e quindi la possibilità di una svolta anche in questo settore, è rappresentata dall’art. 15 che prevede l’obbligo della predisposizione per installare i punti di ricarica anche nei condomini di nuova costruzione ai fini del rilascio del permesso di costruire.
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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.