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Prestiti, come difendersi dalle truffe

13 ott 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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La ricerca di prestiti, così come di qualunque altra forma di finanziamento, si accompagna da sempre al rischio di incappare in esperienze poco piacevoli, quando non in vere e proprie truffe. Oggi le trappole sono in numero maggiore rispetto al passato, e bisogna stare molto attenti. Chi di noi non ha un indirizzo email o un account su almeno un social network? Ecco, è anche là che si celano le insidie. I malintenzionati, infatti, usano questa rete di contatti come cavallo di Troia per presentarsi all’utente e proporre le loro soluzioni di finanziamento. Ma è il classico “troppo bello per essere vero”, che dovrebbe mettere sul chi va là le potenziali vittime: prestiti per cifre anche molto alte, addirittura sopra il mezzo milione di euro, a un tasso che non va oltre il 3%, quindi assolutamente appetibile. In più, non sono richieste garanzie sul rimborso delle rate, mentre per contro si assicura l’erogazione del finanziamento in poche ore, in genere appena 72.

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Ed è proprio qui che si spalancano le porte per tre possibili truffe, una più grave dell’altra. La numero uno: è possibile che l’offerente chieda all’utente interessato al prestito un anticipo per le spese di istruttoria, salvo poi sparire col malloppo senza farsi sentire mai più. E questa, per quanto antipatica - la vittima perde qualche centinaio di euro - è la meno compromettente. La numero due: il proponente invita l’utente, al fine di poter dare seguito alla pratica, a inserire i suoi dati - coordinate bancarie comprese - in un form ospitato da un sito apparentemente in ordine. Ma questa potrebbe rivelarsi l’anticamera del furto d’identità, con qualcun altro che a un certo punto inizia a spendere i vostri soldi e voi che cominciate a notare movimenti sospetti sul vostro conto. La numero tre, la più amara in assoluto: la vittima firma un contratto che contiene clausole microscopiche le quali consentono ai truffatori di pretendere versamenti sempre più alti, modello usura.

C’è da dire che i messaggi sono quasi sempre scritti in un italiano zoppicante, e in genere già questo è sufficiente a mettere all’erta i più. Tuttavia, purtroppo, qualcuno che ci casca c’è sempre. E allora, ecco qualche consiglio per schivare le trappole. Primo, diffidare sempre dei messaggi che arrivano via mail o al vostro account sul social network, scritti magari in un italiano un po’ troppo arrangiato. Secondo, diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose rispetto alla media di mercato. Ovviamente, bisogna anche evitare di versare denaro sulla fiducia. Tuttavia, il solo e unico modo per essere sicuri al cento per cento di non avere a che fare con qualcuno che vuole prendersi gioco di noi è rivolgerci a una banca o a una società finanziaria autorizzate. Le quali, come ricorda la Banca d’Italia, possono avvalersi di intermediari del credito, ossia agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi iscritti negli elenchi tenuti dall’Organismo agenti e mediatori. Anche i comparatori online sono iscritti all’Oam. In generale, è sempre bene verificare che l’intermediario - reale o virtuale - sia effettivamente iscritto, una verifica che si può fare visitando il sito dell’Oam.

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