Il mio tasso è da usura? Ecco come capirlo

Ogni tre mesi la Banca d’Italia effettua per conto del ministro dell’Economia e delle Finanze la rilevazione del Tegm, il Tasso effettivo globale medio. Questo tasso – che comprende commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse – si riferisce agli interessi annuali praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari per operazioni della stessa natura. A cosa serve? È molto importante, in realtà, perché è il punto di riferimento per individuare il limite al di sopra del quale si può parlare di usura. Può essere interessante sapere che dal 2011 c’è un nuovo metodo di computo: in pratica, come spiega Bankitalia, la soglia oltre cui gli interessi sono ritenuti usurari viene calcolata aumentando il Tegm di un quarto e aggiungendo un margine di altri 4 punti percentuali. La differenza tra il limite e il tasso medio non può superare gli 8 punti percentuali. Il metodo in vigore in precedenza determinava il tasso soglia innalzando il Tegm del 50%.

Le tabelle con i Tegm per le varie categorie di prodotto – fra gli altri, crediti personali, prestiti contro cessione del quinto stipendio e della pensione, credito finalizzato, finanziamenti con utilizzo di carte di credito e mutui a tasso fisso e variabile – appaiono in Gazzetta Ufficiale e sui siti della Banca d’Italia e del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il problema è che sono veramente in pochi quelli che riescono a capire, esclusivamente sulla base di tali informazioni, se il tasso applicato al finanziamento in corso è regolare oppure no. L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha provato a sopperire mettendo a disposizione sul suo sito web un calcolatore che, a fronte del sospetto che il tasso applicato al prestito sia troppo alto, ci dice se per la legge si può considerare o no “usura”. Come funziona questo strumento di verifica? È piuttosto semplice. La prima schermata chiede di selezionare il tipo di finanziamento: se è un prestito, e se è personale o finalizzato. Proseguendo, la seconda schermata chiede di inserire i dettagli del finanziamento: il capitale, il numero complessivo delle rate, la loro periodicità, la data del contratto e l’ammontare del Tasso annuo nominale.

Poi abbiamo la terza schermata, che entra più nel dettaglio delle spese generiche: istruttoria, spese di gestione della pratica e di incasso della rata, compenso del mediatore e polizza vita. Compilata anche questa parte, arriva il responso. Ora, sono pochi anche quelli che conoscono a menadito tutte le informazioni richieste dal calcolatore di Altroconsumo. Ma non c’è problema: come spiega l’associazione, le indicazioni relative ai tassi e alle spese sono tutte riportate sul nostro contratto di finanziamento. Se viene fuori che il tasso è usuraio? Il debitore ha diritto a non pagare la quota interessi del finanziamento e a chiedere indietro quello che ha pagato per errore fino a quel momento. Inoltre, può presentare reclamo alla banca o alla finanziaria, che deve rispondere in maniera soddisfacente entro 30 giorni. Altrimenti, si può fare ricorso ai sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie e, in ultima istanza, all’autorità giudiziaria.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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