Cos’è il “buy now, pay later”

Evolve il consumatore e, naturalmente, evolvono anche le modalità di acquisto. E il pagamento rateale tracima anche nelle esperienze di acquisto online. Questo è quanto emerge dallOsservatorio Hybrid Lifestyle, realizzato da Nomisma in collaborazione con Crif.

A mutare è, fra le altre cose, il ricorso alle varie soluzioni di pagamento. Per esempio, è già da un po’ che si parla di “buy now, pay later”, formula inglese che in italiano vuol dire “compra ora, paga più tardi”.

Sapete come funziona? Secondo l’Osservatorio di Nomisma e Crif, si tratta di uno strumento di cui al momento solo il 18% dei consumatori conosce le modalità di funzionamento. E non tutti, nel perimetro di questo 18%, lo hanno effettivamente utilizzato. Neanche a dirlo, lo hanno adoperato soprattutto i “giovani adulti”, 40 anni d’età al massimo: sono i cosiddetti Millennial. A patto, però, che abbiamo un’elevata formazione.

“Buy now, pay later”: che cos’è e come funziona?

Si tratta di una sorta di finanziamento a breve termine che consente di effettuare acquisti pagandoli a rate nell’arco dei mesi successivi. Non è prevista l’applicazione di tassi di interesse in concomitanza con il rimborso del denaro prestato, sempre che il rimborso però avvenga entro la scadenza prefissata.

Questo prestito è attivabile presso alcuni negozi fisici, così come sulle diverse piattaforme di eCommerce. Oltre la metà degli italiani interpellati (il 54%) è pronta a provarlo: ciò vale in particolare per la fascia d’età compresa tra i 45 e i 54 anni.

In quale contesto si sta facendo strada questo prestito?

In un contesto in cui, almeno dalle nostre parti, la pandemia di Covid-19 appare in remissione, complice l’adesione alle campagne di vaccinazione, l’ondata immunizzante di Omicron partita a novembre e la stagione più calda in arrivo (che nei primi due anni di Covid-19 ha avuto un’azione frenante sulla diffusione del coronavirus).

Insomma, ci dice Nomisma, “ci si sente più sicuri a frequentare i ristoranti e oltre quattro italiani su dieci sono già tornati nei pubblici esercizi con la stessa frequenza del periodo pre-pandemia”. Eppure, la via che conduce al ritorno alla normalità non è affatto breve: solamente due italiani su dieci prevedono un incremento della spesa in bar e ristoranti nel 2022 rispetto al 2019.

Anche nel largo consumo si registrano trasformazioni

La pandemia ha comunque impresso una forte accelerazione all’evoluzione dei comportamenti d’acquisto e delle dinamiche competitive del comparto, inducendo i retailer a ripensare il modello di offerta e le opzioni di servizio ai consumatori.

Ed ecco infatti spuntare l’eGrocery, una modalità di acquisto selezionata da una quantità sempre maggiore di famiglie nel nostro Paese. Va da sé che l’exploit è datato 2020, anno in cui è esplosa la pandemia: le vendite veicolate online dalla grande distribuzione organizzata hanno segnato un +134% rispetto al 2019.

Ma la tendenza alla crescita ha trovato conferma anche nell’anno passato, sebbene con un più contenuto +23%. E per il 2022 si prevede un +14% rispetto al 2021.

Nel nostro Paese l’eCommerce ha raggiunto i 30,5 miliardi di euro di vendite nel 2021, tornando così a un ritmo di crescita simile a quello precedente la pandemia (+18% nel 2021 sul 2020, fonte Polimi).

Nuove abitudini di acquisto e comportamenti digitali

Secondo l’Osservatorio Hybrid Lifestyle, poi, il 23% degli italiani paga abitualmente alle casse automatiche dei supermercati, mentre il 17% effettua in autonomia l’intero iter di acquisto in virtù del servizio “salvatempo”, che consente la lettura automatica dei codici a barre dei prodotti (cosa che rende più rapidi i tempi della spesa).

Per alcuni tipi di prodotto, poi, è ormai consolidata l’abitudine di verificare la convenienza sul punto vendita: il 16% degli italiani confronta i prezzi online mentre è ancora in negozio.

La consegna rapida, in ogni caso, ci ha “viziati”: abituati così bene, abbiamo rivisto al rialzo la quantità di occasioni di acquisto così come l’ammontare destinato allo shopping online. Ciò vale specialmente per l’elettronica e la tecnologia (il 33% hanno ritoccato all’insù la spesa online nel 2021 dal 2019), l’abbigliamento, le scarpe e gli accessori (27%), i vini (24%) e i farmaci (23%).

Il passaparola – strumento che va per la maggiore quando si vogliono raccogliere informazioni sul prodotto e sull’esperienza di acquisto – si conferma fondamentale anche quando si parla di esperienze online: il 90% degli italiani che compra online è abituato a leggere tanto le recensioni positive quanto quelle negative, mentre c’è un 60% circa che ha la consuetudine di lasciare a sua volta una recensione sull’acquisto effettuato.

Fisico o digitale? In realtà la modalità ibrida va per la maggiore

“Sempre più spesso l’esperienza fisica si fonde con quella digitale, diventando ibrida”, scrive Nomisma sulla nota di presentazione dell’Osservatorio. Basti pensare che il 34% dei consumatori fa sapere di provare il prodotto in un negozio fisico prima di procedere all’acquisto online. E questo vale soprattutto per la fascia 30-44 anni (38%).

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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