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Cosa è la liberatoria bancaria?

23 set 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Liberatoria bancaria. Cos’è? Si tratta di un documento che, in riferimento a una determinata pratica di finanziamento (inclusi i finanziamenti riconducibili al perimetro del credito al consumo), dà conto della situazione creditizia di chi è alla ricerca di un prestito. Ma dà conto a chi? E perché? Lo vediamo subito.

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Nel credito il merito è tutto

Quante volte ne abbiamo parlato? Tantissime. Eppure, l’occasione ci è utile a ribadirlo: le società bancarie e finanziarie non fanno credito a tutti in modo indiscriminato. La concessione del finanziamento avviene dopo un’attenta valutazione del merito creditizio del richiedente.

Quanto è affidabile? E, soprattutto, in base a che cosa si stabilisce se lo è oppure no?

Merito creditizio: le banche dati

Anche qui, lo ricordiamo: esiste tutta una serie di banche dati – pubbliche, come la Centrale Rischi della Banca d’Italia, o private, ossia i cosiddetti Sistemi di informazioni creditizie (Sic) – che raccolgono al loro interno le principali informazioni sul “curriculum” creditizio di chiunque abbia mai chiesto un finanziamento in vita sua. Dal semplice prestito per l’acquisto di un frigo nuovo al mutuo per la casa.

Attenzione: le informazioni non restano lì per sempre. Ma nel tempo che ci restano, danno alle banche e alle finanziarie gli strumenti utili a inquadrare chi hanno di fronte. Ha prestiti in corso? Li ha rimborsati? Li ha estinti in anticipo? Ha mai tardato a pagare le rate? E via dicendo.

Non solo – come vi diciamo sempre – le informazioni negative, ma anche quelle positive: la signora X ha pagato puntualmente le rate, ha regolarizzato subito un ritardo nel pagamento, ha estinto in anticipo il mutuo, e via di questo passo.

Queste informazioni vanno ad aggiungersi alle altre, fornite dal richiedente stesso: dichiarazione dei redditi, situazione finanziaria complessiva, eccetera. Ma attenzione: dalle banche dati risultano anche le semplici richieste di prestito. E se appaiono in sospeso, potrebbero creare qualche problema. Ma la soluzione c’è.

La soluzione si chiama “liberatoria”

Le informazioni contenute nelle banche dati non vengono aggiornate in tempo reale e, come detto, vengono comunque conservate per un certo periodo di tempo. Mettiamo il caso di un richiedente che alla fine decide di rinunciare alla sua richiesta, o che se la vede rifiutata: l’informazione resta nella banca dati per circa tre mesi (dalla data dell’aggiornamento sulla rinuncia o sull’esito negativo dell’iter).

Ed è qui che c’è l’intoppo. Prendiamo la signora X, per esempio. Un giorno si alza e va alla filiale della sua banca per chiedere un prestito. Ma il responso tarda ad arrivare. O magari, parlandone in famiglia, viene portato alla sua attenzione il fatto che la banca di sua cognata propone tassi più convenienti. Allora la signora X si presenta alla seconda banca. Cosa succede a quel punto?

Succede che, dai riscontri presso la banca dati, alla seconda banca risulta una richiesta di finanziamento ancora aperta. Ragione sufficiente a respingere la richiesta di finanziamento.

Si tratta di uno scoglio che la signora X può superare abbastanza serenamente chiedendo alla prima banca cui si è rivolta una liberatoria che consente di far sapere subito all’altra banca come sta procedendo la richiesta presentata in precedenza.

La liberatoria non è sempre necessaria

Attenzione, però: non basta essere andati in banca a domandare informazioni su un possibile prestito ad attivare tutta la trafila che fa sì che per presentarsi a un’altra banca serva una liberatoria. Quando ci si limita a fare due chiacchiere con il/la dipendente bancario, tutto rimane tra voi e lui (o lei) e nulla viene riportato alla Centrale Rischi o ai Sistemi di informazioni creditizie.

Al contrario, ci sono casi in cui è l’altra banca a esigere una liberatoria. Ma non tutti gli istituti di credito si attengono agli stessi standard: c’è chi ritiene che Sic e Centrale Rischi bastino e avanzino. Quindi, forse, può essere utile giocare d’anticipo procurandosi la liberatoria per tempo.

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