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Università, studiare al nord costa di più

14 gen 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

La più costosa d'Italia è l'Università di Pavia

Le rette universitarie puntano al rialzo e il trend non accenna a diminuire. Lo dice una ricerca di Federconsumatori, secondo cui in quattro anni, ossia dal 2018, i costi universitari sono cresciuti del 6,82%.

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Il report suddivide l’Italia in tre macroaeree geografiche: secondo i risultati, gli atenei del Nord restano ancora oggi i più cari, con costi che superano del +27,4% quelli degli atenei del Sud e del +18,2% quelli del Centro Italia. Rispetto agli importi massimi, insomma, è diverso decidere di studiare al centro o al sud Italia: non è un caso che i prestiti personali vengano spesso utilizzati proprio a questo scopo.

Università di Pavia la più cara

Secondo l'indagine di Federconsumatori, gli studenti degli atenei meridionali, per esempio, pagano fino al 21,53% in meno rispetto a quelli del nord, mentre quelli del centro Italia risparmiano fino al 15,38% rispetto al nord.

L’Università di Pavia si conferma l'ateneo più caro con imposte massime medie a 3.902 euro annui: 3.663 euro sono le tasse per le facoltà umanistiche, 4.141 euro per l’area scientifica. Dopo Pavia l'indagine vedel’Università di Milano, con 3.206 euro per le facoltà umanistiche, 4.060 euro per le scientifiche) e La Sapienza di Roma, con 2.977 euro per la parte umanistica e 3.080 euro per quella scientifica.

In Italia costa di più la facoltà scientifica

Come rileva la ricerca di Federconsumatori, la facoltà scientifica è quella economicamente meno conveniente. A seconda della fascia di reddito di appartenenza, uno studente di matematica, per esempio, paga in media tra 0,48% e 5,27% in più rispetto a uno di lettere e filosofia.

La no tax area ha aggiunto agevolazioni...

Federconsumatori, che ha preso in esame 5 fasce di reddito, ricorda che, a causa del covid, già dal 2020 la no tax area, introdotta nel 2017 e destinata agli studenti con Isee inferiore a 13 mila euro, è stata estesa a famiglie con Isee fino a 20 mila.

Molti atenei, fa notare Federconcumatori, hanno disposto l'ulteriore ampliamento dell'agevolazione: un esempio è quello dell’Università di Salerno, che ha allargato il tetto a 30 mila euro. Gli studenti che hanno i requisiti richiesti, pagano solo la tassa regionale e l’imposta di bollo: in pratica non sono tenuti a corrispondere le tasse universitarie, come gli altri iscritti.

...ma ha stravolto le comparazioni.

Il problema è che, proprio in conseguenza dell’estensione della no tax area, le agevolazioni legate all’Isee risultano difficilmente comparabili da un anno all'altro. Se prendiamo a esempio la fascia Isee dei 20 mila euro, il confronto fra le tasse del 2018 e quelle attuali evidenzia una diminuzione che arriva a toccare il -76%: al contrario, nel caso degli importi massimi, sempre dal 2018 a oggi, questi risultano aumentati del 6,82%.

Comparando, invece, l’attuale indagine con i dati del 2020, viene fuori che la media nazionale 2021 per le prime due fasce di reddito è di 153,93 euro, in rialzo dell'1,38%, mentre per la terza fascia è di 154,64 euro, in aumento dell'1,87%: per la quarta fascia c’è un calo dell’1,09% mentre per la tassazione massima si nota un rialzo del 3,25%.

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