Truffe on line: italiani sempre più attenti

Truffe on line: italiani sempre più attenti

Sempre più decisive nella scelta le recensioni dei clienti

Pubblicato il 6 febbraio 2020

In Italia gli acquisti online crescono e con essi purtroppo anche le frodi a danno di chi invece spera di riuscire a risparmiare. È questo lo scenario che emerge dalla ricerca “Frodi e acquisti online: come si comportano gli italiani” diffusa da HiPay, un gruppo europeo specializzato in pagamenti digitali.

Il dato a dir poco drammatico è che il 20% degli italiani che acquista online almeno una volta al mese è stato vittima di frode. Le truffe più frequenti ovviamente riguardano gli oggetti più gettonati dagli utenti: si tratta spesso di smartphone, tablet, notebook e altri prodotti high-tech (40%), spesso acquistati dopo aver ottenuto un prestito personale, seguiti da accessori e abbigliamento (17%).

Nonostante le truffe siano quindi un timore costante, gli italiani non sembrano essere però intenzionati ad abbandonare il ricorso al canale on line. Anzi, la buona notizia è che cresce sia la capacità di difendersi, sia quella di valutare l’affidabilità del sito su cui si sta per acquistare.

Gli italiani intervistati, ad esempio, dopo aver compreso di essere stati frodati a causa di una mancata ricezione dell’ordine, una e-mail spam o allarmati da movimenti bancari inconsueti, affermano di aver agito per cercare di risolvere il problema: il 37% ha chiesto maggiori spiegazioni direttamente al call center del sito di e-commerce o del marketplace, mentre il 28% degli intervistati si è affidato alle forze dell’ordine, sporgendo denuncia della truffa direttamente alla polizia postale.

Il sondaggio rivela inoltre che il 52% degli e-shopper verifica la presenza di icone di sicurezza come il logo “Verified by Visa”, “MasterCard secure code” o altri elementi grafici prima di effettuare l’ordine. Un altro elemento sempre più preso in considerazione dagli utenti è la presenza o meno sul sito dei riferimenti aziendali. La ricerca indica che la mancanza di referenze, come i contatti dell’assistenza clienti, l’e-mail a cui chiedere informazioni e la ragione sociale, portano l’acquirente a pensare che il sito non sia sicuro (per il 64% degli intervistati).

Nel valutare l’affidabilità del venditore si tiene conto anche delle recensioni lasciate dagli altri utenti: il 71% degli italiani intervistati ha dichiarato di interrompere l’acquisto in presenza di feedback negativi perché viene meno la sensazione di affidabilità del brand o del venditore.

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.

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