Tentata truffa su cessione del quinto
22 dic 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Cessione del quinto, più di tremila “lettere pazze”
Lettere “pazze” o manovra pubblicitaria poco trasparente? E’ il dubbio sollevato da una vicenda che ha visto alcuni milanesi ricevere nella casella della posta un sollecito per il rinnovo di un contratto di cessione del quinto mai siglato.
I dettagli, riportati alcune settimane fa sulle pagine della cronaca cittadina del quotidiano Il Giorno, lasciano il dubbio, ma la prudenza, come si dice in questi casi, non è mai troppa.
A essere finiti nel “mirino” di una società finanziaria poco nota alcuni dipendenti pubblici e pensionati di Milano che si sono visti recapitare alcune lettere. Nel contenuto, riportato dal quotidiano, viene lasciato intendere la presunta attivazione di un primo finanziamento di questo tipo: “desideriamo informarla che la sua cessione del quinto di stipendio (sovvenzione o piccolo prestito) potrebbe già essere rinnovata...”.
In realtà, invece, i destinatari della lettera, non avevano mai fatto ricorso alla cessione del quinto, né tanto meno con quella società.
A questo punto i cronisti contattano sotto mentite spoglie la società finanziaria che ammette di aver inviato almeno 3mila lettere “pazze” ovvero lettere destinate a persone che nessun quinto hanno mai ceduto.
Che fare quindi se si riceve una di queste lettere? Semplicemente nulla, per non abboccare all’amo lanciato da questa società.
Perché in pratica viene presentata “l’opportunità di entrare in possesso di un’ulteriore somma di denaro ad un’eccezionale tasso del 4,7%, anche con piccoli acconti qualora la sua cessione del quinto di stipendio (sovvenzione o piccolo prestito) non fosse immediatamente rinnovabile”. E per rendere ancora più allettante l’offerta viene precisato: “L’operazione, se rinnovata a seguito di questa comunicazione, le permetterebbe il totale abbuono degli interessi futuri della vecchia operazione e il recupero dei costi della polizza assicurativa non goduta come da normativa vigente”.
In sostanza, con queste argomentazioni, la società potrebbe aver tentato di attrarre ignari dipendenti e pensionati con il miraggio di un prestito molto conveniente. Peccato però che siano stati smascherati dai cronisti de Il Giorno: per poter erogare un prestito sotto forma di cessione del quinto occorre infatti aver siglato una convenzione con l’Inps che la società in questione non ha mai fatto.
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