Prestiti peer to peer a rischio

Il social lending sta crollando

La più grande piattaforma americana di social lending è in profonda crisi

Pubblicato il 3 marzo 2016

Nato come alternativa ai canali tradizionali di finanziamento, il social lending inizia a mostrare i suoi punti deboli in un contesto finanziario difficile come quello attuale.
Il meccanismo che prevede la concessione di prestiti personali tra privati cittadini, ovvero peer to peer, tramite piattaforme on line, si porta dietro infatti in questo momento troppi “crediti deteriorati”. Un’espressione utilizzata per dire che sono ormai in molti a non riuscire a ripagare il prestito ottenuto tramite questa via. A dimostrarlo vi sarebbe la grave situazione in cui versa Lending, il “club” di soci made in Usa dei prestiti “fai da te”.
Per il momento a farne le spese sono in prima battuta gli azionisti perché la società è quotata in Borsa. La più importante società di prestiti on line ha perso circa i tre quarti della capitalizzazione in un anno. Quotata al Nasdaq dal dicembre del 2014, Lending Club è crollata da una capitalizzazione di oltre dieci miliardi ai tre di oggi. Basti pensare che il valore dell’azione è scesa da un livello massimo di 21 dollari a sei nel giro di un paio di anni.
Azionisti a parte, le difficoltà che in questo momento incontra il social lending avrebbero la loro radice nel fatto che molti debitori non sono più in grado di restituire quanto hanno ricevuto. Ma a loro volta l’insolvenza di chi ha chiesto un finanziamento, per quanto di dimensioni contenute, colpisce direttamente le famiglie che hanno prestato i soldi. A loro volta poi, questi crediti sono finiti in contratti derivati. 
Ma che cosa sta accadendo? In pratica a rivelare tutte le sue pecche sarebbe l’algoritmo alla base del funzionamento della piattaforma che dovrebbe generare automaticamente dei rating di affidabilità relativi a chi chiede un prestito, basandosi prevalentemente sui dati generati utilizzando il web.  
Anche se i prestiti in questione vanno da poche migliaia di dollari a un massimo di 30 mila, l’ammontare complessivo delle somme in gioco potrebbe avere ricadute importanti. L’effetto infatti del mancato pagamento è triplo: debitori che non riescono a pagare quanto dovuto, azionisti che vedono crollare il valore dei titoli acquistati e famiglie benestanti che hanno dato in prestito che devono ammortizzare le perdite inaspettatamente subite. 

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il mensile Largo Consumo, Capital e le testate on line Etica News, Lamiafinanza.it e alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con il mensile Investire e con il portale Idealista.it.

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