Ottenere prestiti dal cellulare

Prestiti personali e hi-tech

Il prestito? Arriva dal cellulare in 90 secondi

Pubblicato il 27 gennaio 2016

E' alle porte ormai il momento in  cui il mondo dei prestiti personali cambierà faccia. Ancora qualche anno e basterà usare lo smartphone per ottenere in pochi istanti un prestito personale, senza nemmeno passare per una telefonata al proprio consulente finanziario. Le ultime novità in tema arrivano dall'agenzia americana Bloomberg, secondo cui i software di analytics e i sistemti di cognitive computing, quelli intelligenti, capaci di estrarre valore dai dati e supportare decisioni, permetteranno, tra non molto, alle banche di tenere costantemente sotto controllo le abitudini dei loro clienti evidenziate dall'uso dei mobile device: questo, a sua volta, consentirà di elaborare i profili dei clienti che verranno incrociati con elementi georeferenziati per consentire di dare semaforo verde, oppure semaforo rosso, al trasferimento di denaro. Tutto in una manciata di secondi.

La rivoluzione parte dagli emergenti. E se, come sostiene Bloomberg basandosi su dati Mc Kinsey, il mercato più allettante per quanto riguarda la rivoluzione hi-tech dei prestiti personali è quello del microcredito dei paesi emergenti, visto che lì risiedono oltre due miliardi di individui unbanked, cioè attualmente privi di alcun conto corrente bancario, costituenti un bacino d'utenza potenziale da oltre 30 mila miliardi di dollari, è pur vero che anche i grandi gruppi finanziari ormai stanno valutando queste soluzioni, in modo da ottimizzare i loro interventi sui data base customer dei mercati maturi. Una quarantina di nuove aziende si stanno facendo strada in questo difficile settore, coperte da investitori eccellenti, come Peter Thiel e Pierre Omidyar, rispettivamente fondatori di PayPal e di eBay, o come Capital One Financial Services o ancora The Social Entrepreneurs’ Fund.

Il mondo dei prestiti cambia faccia. Tutto questo gran movimento punta dritto, per il momento, soprattutto alla valutazione via web del risk assessment del cliente. La tedesca Kreditech, ad esempio, utilizza un algoritmo di sua invenzione che analizza la geolocalizzazione di ogni telefonata e perfino dello shopping online del cliente, generando in questo modo circa 20 mila data point. Per affinare la precisione del programma, Kreditech si prepara ad avviare microprestiti da 100 euro ai sottoscrittori, in modo da poter associare comportamenti a rischio oppure pratiche virtuose con le emergenze ricorrenti nel data analysis. La newyorchese First Access, invece, può già, in 90 secondi, erogare credito sfruttando le informazioni che vengono raccolte dai cellulari dei clienti attivi in Tanzania e Kenya, due paesi dove il mobile payment è ormai pratica largamente affermata. A sua volta Efl Global ha elaborato un test di 30 minuti che viene effettuato su telefono o su computer ma non necessita di collegamento a internet: tramite le risposte al test, il software definisce i fondamentali finanziari del cliente, stabilendo se lo si può considerare debitore affidabile. 

La World Bank ha detto sì. Tutte queste iniziative, dirette a valutare i rischi di un prestito personale concesso in poco più di un minuto tramite smarthphone, sono benedette dalla World Bank. Lo scorso aprile, il presidente Jim Yong Kim ha lanciato una campagna per consentire, entro il 2020, l'accesso universale a tutte le strutture finanziarie, promuovendo al contempo l'integrazione tra novità e solidità delle multinazionali del credito. Perché la sfida non è solo e tutta tecnologica. “L'esplosione dei big data ha convinto gli operatori di rete e i prestatori di servizi, convincendoli del fatto che sono seduti su una miniera d'oro”, spiega Michael Turner, fondatore del Political economic research council, il think tank americano che si occupa dello sviluppo economico basato sulle nuove tecnologie. 
 

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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