La ripresa del turismo sarà 4.0

Fondamentale la trasformazione digitale del settore
Pubblicato il 29 luglio 2021
La ripresa del turismo passa dalla sua versione 4.0. È quanto emerge dai dati raccolti da Deloitte all’interno dell'iniziativa "Hospitality Think Tank".
Il punto di partenza dell'analisi non poteva che essere l'anno compromesso dalla pandemia: nel 2020 i visitatori in Italia sono calati del 60%, rispetto all’anno precedente. Tradotto in numeri, ci sono stati circa 70 milioni di turisti in meno.
Dal punto di vista economico, le perdite per il settore ammontano a 95 miliardi di euro. E i primi dati del 2021 non sono particolarmente confortanti, vista la spesa dei viaggiatori (soprattutto stranieri) ancora in calo.
Nuove destinazioni e nuove abitudini
Quando non si è fermato, il turismo è cambiato: diverse rispetto al passato sono le destinazioni predilette.
Meno battute sono le grandi città d’arte come Roma, Venezia e Firenze. Parte del flusso turistico si è rivolto verso destinazioni che prima erano secondarie.
Si sceglie quindi di evitare affollamenti, come dimostra anche il fatto che le case vacanze emergono a discapito degli hotel (che solo il 43% degli italiani reputa sicuro). La volontà di muoversi per conto proprio favorisce l'auto e penalizza i voli low-cost.
Le preoccupazioni
La paura che ferma gli italiani è spesso quella legata alla situazione sanitaria: il 47% nutre preoccupazioni per il proprio stato di salute e il 61% per quella dei familiari.
I numeri aumentano nei potenziali turisti stranieri, che nel 57% dei casi non si spostano per timore di ammalarsi e nel 64% sono preoccupati per la situazione dei propri cari.
L’insicurezza dovuta alla situazione sanitaria supera quindi quella economica, che pure pesa. La cautela finanziaria tende ad accorciare il tempo trascorso in vacanza e frena il ricorso ai prestiti.
Le stime per il futuro
Servirà tempo prima di tornare ai livelli pre-Covid. In particolare, per quanto riguarda il movimento turistico dei viaggiatori italiani nel proprio Paese bisognerà attendere il 2023, mentre il turismo internazionale tornerà ai livelli pre-crisi solo a partire dal 2024.
Digitalizzazione e innovazione
Stando ai consigli raccolti da Deloitte, gli operatori del settore dovrebbero guardare al futuro puntando sulla trasformazione digitale, anche grazie alla spinta dei fondi in arrivo con il Pnrr.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare, destina 23,9 miliardi di euro a digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo. Cui se ne aggiungono 2,4 miliardi stanziati proprio per la trasformazione del turismo in Italia.
L’obiettivo è quello di creare un Turismo 4.0, elevando la competitività delle imprese che dovrebbero garantire sempre più spesso servizi ecosostenibili, digitalizzati e innovativi.
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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.