La corsa alle nuove tecnologie

Gli istituti di credito accelerano verso la rivoluzione del fintech
Pubblicato il 3 agosto 2016
Torniamo a parlare di fintech, la rivoluzione digitale delle banche ormai alle porte. E' questione di tempo ma banchieri e impiegati, tra poco, saranno costretti a farci i conti. Lo rivela un report di McKinsey secondo cui, nei prossimi dieci anni, l'hi-tech metterà a rischio, se le banche non si adeguano, dal 10% al 40% dei ricavi e fino al 60% degli utili degli istituti (ancora) tradizionali. Il mondo bancario è in subbuglio, Italia compresa: la sveglia, da noi, l'ha suonata Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, che non ammette ulteriori deroghe ed esorta gli istituti di credito ad adeguarsi alle nuove tecnologie. In tutti i settori, prestiti personali compresi.
Una guerra hi-tech. La battaglia si fa dura. Ma ormai la linea è tracciata, visto che il fintech è finanziato, più di qualsiasi altro settore: soltanto l'anno scorso sono stati messi in gioco oltre 20 miliardi di dollari. Ma anche le startup fintech affrontano i problemi delle altre startup: dimensione e costi d'acquisizione dei clienti, per esempio. Number26, banca solo-mobile del tedesco trentenne Valentin Stolf, metterà in campo a breve un finanziamento da 40 milioni di dollari: è un’idea nuova, questo sì, ma ha 200 mila clienti. “La banca inglese Lloyd - spiega Mike Laven, ceo della piattaforma di pagamenti CurrencyCloud - ha due milioni di clienti che stanno già usando l’app. Il problema è competere sul lungo termine se il 92% del mercato resta ancora ai grandi”.
Occhio al prezzo. “Se vuoi essere dirompente devi avere una tecnologia unica ma anche difendibile”, sostiene Philippe Gelis, ceo di Kantox, multinazionale di tecnologia finanziaria che offre soluzioni di gestione fx. Ma tecnologia e attenzione alla user experience non sono le uniche risposte delle startup fintech: parecchie, pur di attirare i clienti, fanno leva sul prezzo.
È proprio sui prestiti, sui prestiti personali, sul credito, che la sfida si fa più dura. Earnest, per esempio, è una banca californiana online che offre il credito dopo l'attenta valutazione guidata da un software. Tutto avviene in meno di due minuti. “Ci saranno ancora parecchi problemi ma la strada è tracciata e il credito cambierà”, dice fiducioso Louis Bery, ceo di Earnest.
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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.
Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.