Inflazione e incertezza bloccano i consumi
6 apr 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Tempi di recupero spostati al 2023
La crescita del Pil rallenta, l'inflazione cresce. E i consumi ne risentono. Un'analisi di Confcommercio fa emergere un quadro complicato: “Nel momento in cui si intravedeva una possibile normalizzazione dell’economia, legata ad una fase meno emergenziale della pandemia, l’avvio della guerra in Ucraina ha riacutizzato le incertezze”. Si prevede quindi “una fase di forte decelerazione dell’attività economica”, che potrebbe riguardare anche il mercato del credito al consumo.
L'andamento dei consumi
Nel confronto con febbraio 2021, l’Indicatore dei consumi Confcommercio registra un incremento del 5,1%. Merito di un aumento del 27,7%, nonostante un calo dello 0,8% per i beni. L'indice, però, è ancora lontano da quello di febbraio 2020, che si può prendere come riferimento importante perché precedente al primo lockdown: la domanda è ancora inferiore del 10,2% e per molti servizi la distanza percentuale è ancora molto elevata, con tempi di recupero spostati al 2023.
I settori che soffrono di più
In un contesto in cui quasi tutti i segmenti di consumo evidenziano una minore dinamicità, i recuperi più significativi, nel confronto con il 2021, si confermano per i servizi legati al turismo e alla fruizione del tempo libero. Si tratta però di settori che hanno sofferto molto lo scorso anno, per i quali il ritardo rispetto al 2020 è ancora sostanzioso.
Anche i consumi per l’abbigliamento e le calzature, nonostante il recupero degli ultimi mesi, rimangono distanti dai livelli pre-pandemia.
Confcommercio definisce “decisamente critica” la situazione dell’automotive, con una calo della domanda del 25,9% rispetto a un anno fa. Anche per elettrodomestici e tv e alimentare, comparti che avevano retto meglio l’urto, ci sono adesso “evidenti segnali di rallentamento”.
Il Pil rallenta e l'inflazione cresce
La fiacca dei consumi sembra andare di pari passo con la crescita del Paese. Secondo le stime, a marzo il Pil ha consolidato la tendenza al rallentamento emersa nei mesi precedenti: “Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare all’1,3%, in brusco ridimensionamento rispetto ai periodi precedenti”.
A preoccupare è anche il rialzo dell’inflazione. A marzo la variazione dei prezzi al consumo dovrebbe essere dello 0,6% rispetto a febbraio e del 6,1% anno su anno. Se i prodotti energetici guidano la graduatoria degli aumenti, le tensioni si vanno ormai diffondendo a molti segmenti dei consumi, primo tra tutti l’alimentare.
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