Il decreto Liquidità è legge: come cambia l'accesso ai prestiti bancari

Il decreto Liquidità è legge: come cambia l'accesso ai prestiti

Diverse le modifiche apportate al testo

Pubblicato il 24 giugno 2020

Il decreto Liquidità, che contiene le misure a sostegno delle imprese danneggiate da Covid-19, è diventato legge. E, come spesso capita nel percorso di conversione, con alcune modifiche. L’Associazione bancaria italiana ha chiarito in una circolare le novità più importanti e sulle modifiche ha richiesto “la massima attenzione e l’immediato impegno attuativo” da parte delle banche, in modo da garantirne efficacia e tempestività.

Le prime novità rilevanti riguardano i finanziamenti garantiti dallo Stato. Per quelli superiori a 25 mila euro è prevista la possibilità di avvalersi di un preammortamento fino a 24 mesi, mentre la durata dei prestiti fino a 25mila euro con garanzia al 100% è passata da 6 a 10 anni. L’importo massimo è stato innalzato a 30 mila euro. Sono stati rivisti anche i criteri per determinare l’ammontare del prestito e il tasso massimo applicabile. I beneficiari di finanziamenti già concessi potranno chiederne l’adeguamento alle nuove condizioni.

In merito alle garanzie su operazioni di rinegoziazione, inoltre, il Parlamento ha stabilito che per i finanziamenti deliberati a partire dall’entrata in vigore della legge di conversione, la liquidità aggiuntiva dovrà ammontare al 25% e non più al 10%.

Novità rilevanti riguardano anche le garanzie rilasciate dalla SACE, estese alle associazioni professionali, alle società tra professionisti e alle imprese agricole che non abbiano ulteriori margini di accesso alla garanzia del Fondo costituto presso l’Ismea. Sono escluse invece le società che controllano o sono controllate da imprese residenti in uno dei cosiddetti Paradisi fiscali, sempre che non sia dimostrato che il soggetto estero svolge un’attività economica effettiva.

Infine, l’ABI insiste sul ruolo fondamentale dell’autocertificazione a cura dell'impresa che richiede il finanziamento. Grazie a questo nuovo strumento, la banca non dovrà svolgere accertamenti ulteriori, fermi restando gli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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