Il 6% degli italiani ha difficoltà a ottenere un prestito a causa dei social media
7 ago 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

I più penalizzati sono i giovani tra i 25 e 34 anni
Quasi tutti i servizi online offerti per semplificare la vita delle persone si basano sui dati. Anche i servizi bancari, ovvio, come quelli che riguardano prestiti personali o mutui. Le informazioni personali, anche quelle raccolte tramite i social media, sono utilizzate al fine di offrire servizi personalizzati ai clienti. Attenzione però, perché la valutazione dei comportamenti genera un punteggio di credito sociale basato su algoritmi automatizzati, punteggio che può incidere su servizi e prestazioni, anche quelle bancarie. Lo ha rivelato il report di Kaspersky “Social credits and security: embracing the world of ratings” secondo cui il 6% degli italiani e il 18% degli utenti globali ha avuto delle difficoltà a ottenere prestiti personali o mutui proprio a causa delle informazioni raccolte sui social media.
Il 7% degli italiani ha riscontrato problemi. A livello globale, i più penalizzati, pari al 32% degli utenti, sono i giovani tra 25 e 34 anni, che poi sono quelli che si affidano di più a questi servizi. In Italia, gli utenti hanno che hanno dichiarato di aver riscontrato problemi come questi sono compresi, per il 7%, tra 17 e 24 anni e fra 35 e 44 anni. Benché esistano norme che regolano il credit scoring basato sul comportamento finanziario, fa sapere Kaspersky, non esiste qualcosa che dia agli utenti informazioni sui sistemi che raccolgono le informazioni personali contenute nei profili online.
Italiani diffidenti. Dall'indagine di Kaspersky emerge anche un altro dato, però: pur di ricevere servizi speciali e di avere accesso a tariffe agevolate e a sconti, gli utenti si dichiarano disposti a condividere i propri dati sensibili. Nonostante questo, molti di loro usano i social media con diffidenza e, addirittura, qualcuno si dichiara disposto a non consentire più di accedere alla propria vita personale. Soprattutto gli italiani. Per esempio, il 28% degli italiani - e il 26% a livello globale - afferma di non acconsentire a condividere il proprio profilo social soltanto per avere il controllo più rapido della carta di credito. Il 26% degli italiani, inoltre, sostiene di non essere a proprio agio nel condividere queste informazioni personali per assicurare il posto nella scuola migliore per i propri figli (il dato scende al 20% a livello globale) e il 20% (il 18% a livello globale) non è disposto a condividerle nemmeno per affittare un appartamento più bello.
Kaspersky: sono tanti quelli che non vogliono condividere le informazioni private. “In un mondo che va sempre di più verso il digitale, i sistemi di social scoring sono destinati a diffondersi in fretta: non saranno più una scelta ma saranno parte integrante di diversi servizi. È chiaro però che l'indagine di Kaspersky evidenzia che tante persone non intendono condividere le proprie informazioni private in cambio di qualsiasi agevolazione. Per questo, gli sviluppatori di algoritmi AI per sistemi di social rating non possono già ora non tener conto di questa tendenza, considerando sia gli interessi degli utenti che le questioni legate a fiducia e trasparenza”, spiega Morten Lehn, general manager Italy di Kaspersky.
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