Gli studenti universitari sanno poco sul mondo del risparmio

Gli studenti universitari sanno poco sul mondo del risparmio

E sulle modalità delle truffe online

Pubblicato il 2 dicembre 2020

La maggior parte degli studenti universitari dimostra di avere poca confidenza con la finanza. La notizia, non particolarmente positiva, arriva dall’Osservatorio sull’educazione finanziaria di Skuola.net curato in collaborazione con UniCredit e il supporto di EbiCo, spin-off dell’Università di Firenze.

Il report è stato realizzando testando 2.500 studenti universitari under 30. In media, rivela lo studio, circa la metà padroneggia le nozioni più elementari sul risparmio, gli interessi (anche quelli che riguardano i prestiti personali), il potere d’acquisto della moneta.

Uno su due dice di aver subito una truffa online oppure un furto d’identità almeno una volta.

Solo il 38% degli universitari riconosce le frodi

Secondo i dati del sondaggio, il 38% degli studenti universitari sa riconoscere le frodi più diffuse, il 54% dice di conoscerle in parte, quasi uno su dieci dichiara di essere totalmente a digiuno sul tema.

Poche, invece, le conoscenze sulle modalità delle truffe online: sei studenti su dieci non sanno che il phishing si realizza attraverso le mail, meno di quattro su dieci sanno che il vishing è un tipo di truffa che utilizza le chiamate telefoniche per colpire e che lo smishing, invece, sfrutta gli sms.

I giovani non sono “allenati” alle truffe

Le interviste hanno evidenziato un altro dato: gli studenti universitari tendono ancora a delegare la gestione della finanza ai genitori. Il 40% degli studenti, infatti, ha un conto in banca o alla posta, mentre il 17% utilizza strumenti meno impegnativi come libretti, wallet digitali o carte prepagate. Il 47% dei possessori di un conto corrente sceglie la stessa banca dei genitori per depositare i soldi.

Il 36% degli studenti vuole un referente in carne e ossa

Sempre secondo lo studio, i giovani hanno sempre più necessità di un punto di riferimento da avere a portata di mano in caso di problemi. È questa la motivazione che porta all’apertura del conto tradizionale per sei studenti su dieci: il 36% di loro preferisce rivolgersi a un referente in carne e ossa, il 12% lo fa per questione di sicurezza, il 9% per evitare di agire soltanto online, il 3% per rimediare agli errori eventuali.

Quattro studenti su dieci non risparmiano

In tema di risparmio, emerge che quattro studenti su dieci non riescono a risparmiare granché di quello che arriva dalle entrate mensili: anzi, uno su cinque spende più di quello che si può permettere.

Tre su quattro, invece, riescono a mettere da parte qualcosa ogni mese, soprattutto per finanziare progetti personali. Il 34% degli studenti pensa alle pensioni integrative, il 38% alle assicurazioni personali.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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