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Vendite al dettaglio, allarme generi alimentari

13 feb 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

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Nel 2024 le vendite al dettaglio in Italia sono cresciute in valore dello 0,7% rispetto all’anno precedente, mentre sono in calo dello 0,4% i volumi (-0,4%). Lo ha detto l'Istat nel suo ultimo report secondo cui "in entrambi i casi la dinamica complessiva è determinata prevalentemente dall’andamento delle vendite dei beni alimentari”. Dati in chiaroscuro con quelli riguardanti i prestiti personali considerati sempre in ascesa.

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Trimestri a due velocità

A livello congiunturale, sottolinea Istat, nei primi due trimestri 2024 il valore delle vendite al dettaglio è stato stazionario mentre negli ultimi due trimestri si è verificata una crescita. Andamento simile per i volumi tranne che nel quarto trimestre 2024, quando c’è stato un calo a fronte dell’aumento in valore. A dicembre 2024 l’Istat stima una variazione congiunturale positiva sia in valore (+0,6%) sia in volume (+0,8%). Sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente +0,6% in valore e +0,7% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (+0,8% in valore e +0,9% in volume).

I dati anno su anno

Nel confronto annuale, a dicembre 2024 le vendite al dettaglio aumentano dello 0,6% in valore e dello 0,1% in volume. Rispetto a dicembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+1,9%) e il commercio elettronico (+7,0%), mentre si registra un calo per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,5%) e le vendite al di fuori dei negozi (-1,7%). Le vendite dei beni alimentari sono in crescita dello 0,7% in valore e calano dell’1,5% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari crescono sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,6% +1,1%). Fra i beni non alimentari l’andamento delle vendite su base tendenziale è molto vario: l’aumento maggiore riguarda prodotti di profumeria, cura della persona (+4,8%), mentre registrano il calo più consistente i prodotti farmaceutici (-1,8%).

Allarme generi alimentari

Sebbene i numeri non sembrino drammatici, le associazioni dei consumatori sono preoccupate soprattutto per il pesante calo del consumo dei generi alimentari. "Le famiglie, a fronte di continui rialzi dei prezzi, continuano a operare sacrifici e rinunce anche in un settore che tradizionalmente non conosce flessioni salvo che in situazioni di crisi come quello degli alimentari - spiega Federconsumatori - Si tratta di un segnale che deve rappresentare un importante campanello di allarme per il Governo, che non può continuare ad ignorare la crescita delle disuguaglianze delle famiglie, che da tempo hanno iniziato a manifestarsi seriamente persino in settori vitali come quello dei consumi alimentari o energetici".

“Dati sconfortanti” secondo Unc

“Gli italiani nel 2024 sono stati costretti a una dieta forzata e a stringere la cinghia per far fronte all'inflazione e al caro bollette, riducendo persino il cibo acquistato, ossia la spesa obbligata per eccellenza - sottolinea Massimiliano Dona presidente di Unione nazionale consumatori - Nel 2024 le vendite alimentari in volume sono scese dell'1% rispetto al 2023, anche se poi l'inflazione crea l'illusione ottica di un rialzo dell'1,5%. Insomma, le famiglie hanno pagato di più per mangiare l'1% in meno".

Federdistribuzione, occorre recuperare fiducia

"Il 2024 si è concluso con un andamento a volume dei consumi al di sotto delle aspettative, in particolare nella parte finale dell’anno, un periodo che incide significativamente sui risultati delle imprese -commenta Federdistribuzione -. Questa debolezza sottolinea la necessità di un cambio di passo per rilanciare i consumi, elemento fondamentale per le prospettive di crescita del tessuto economico del Paese. È quindi essenziale recuperare fiducia, sebbene si intravvedano alcuni segnali positivi all'inizio del nuovo anno, e continuare a sostenere la domanda interna, con interventi mirati a supportare i redditi, soprattutto per le fasce più vulnerabili".

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