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Gli italiani spendono di più e mangiano meno

10 ott 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

coppia con consulente per acquisto nuovi mobili

L'Italia limita l'acquisto del cibo

L'anno scorso quasi un terzo delle famiglie italiane ha provato a limitare quantità o qualità del cibo acquistato. La spesa aumenta per il caro prezzi e così si continua a risparmiare sulla spesa alimentare, dato che fa il paio con quello dei prestiti personali considerati in perenne aumento.

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Spesa mensile si riduce in termini reali

Nel 2023, secondo Istat, la spesa mensile per i consumi delle famiglie è stata pari a 2.738 euro+4,3% rispetto al 2022. Un incremento che però “non corrisponde a un aumento del tenore di vita”. In termini reali, infatti, la spesa si riduce dell’1,5% per effetto dell’inflazione, aumentata del 5,9% su base annua. Il peso di prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sulla spesa totale è pari al 19,2% e aumenta rispetto al 18,4% del 2022.

Cambio di comportamento nella spesa alimentare

All’aumento dei prezzi le famiglie reagiscono con cambi di comportamento che riguardano anche la spesa alimentare. “Il forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2023, seppure in maniera più contenuta rispetto al 2022, è stato fronteggiato dalle famiglie risparmiando meno o attingendo ai risparmi, ma anche modificando le proprie abitudini di consumo - spiega l’Istat - La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata, infatti, del 6,3%, in calo rispetto al 2022 (7,8%) e molto al di sotto del livello pre-covid (8,0% nel 2019). Inoltre, analogamente a quanto già osservato nell’anno precedente, anche nel 2023 le famiglie hanno modificato le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare: il 31,5% delle famiglie intervistate nel 2023 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato (erano il 29,5% nel 2022)”.

A fare da contraltare al dato sulla spesa alimentare c'è quello della crescita del 3,2% per quanto riguarda la spesa non alimentare rispetto al 2022. Prosegue, dunque, il recupero delle spese che erano state penalizzate dalla pandemia e dalle limitazioni alla società nel 2020 e nel 2021, tipo le spese per servizi di ristorazione e di alloggio e quelle per ricreazionesport e cultura. Le prime, nel 2023, hanno superato per la prima volta il livello pre Covid-19 (nel 2019 ammontavano infatti a 132 euro mensili).

Si continua a risparmiare sugli alimentari e sull'abbigliamento

“Nel 2023 - spiega l’Istat - le famiglie sembrano essersi ormai adattate alle sfide dell’inflazione, in particolare per i beni alimentari: così, aumenta la quota di chi dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto ad un anno prima, la spesa per cibi (dal 29,5% al 31,5%) e bevande (dal 33,3% al 35,0%)”.

Anche nel 2023 la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver limitato di più è relativa ad abbigliamento e calzature: la percentuale di chi ha provato a ridurlo è del 48,6%, in lieve diminuzione rispetto al 2022 quando era il 50,2%.

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