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Elettrodomestici: c’è chi ripara e chi non vede l’ora di buttare

1 dic 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

elettrodomestici ce chi ripara e chi non vede lora di buttare

Ecco i benefici dell’economia circolare

Ci semplificano la vita nelle faccende domestiche, ma non ne sfruttiamo appieno le potenzialità o non li utilizziamo in modo corretto. Spesso non sappiamo sceglierli in modo efficiente, valutando il rapporto qualità prezzo quando li acquistiamo ricorrendo a un prestito personale o finalizzato. Ma, aspetto ancora più grave, non sappiamo neppure come vanno smaltiti una volta terminato il loro ciclo di vita.

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Parliamo di elettrodomestici e del complesso rapporto tra gli italiani e una serie di dispositivi elettronici presenti in tutte le case.

L’indagine di Altroconsumo

A mettere sotto la lente il rapporto di odio e amore tra gli italiani e gli elettrodomestici è Altroconsumo che ha condotto un’indagine su un campione di 1.412 consumatori dai 25 ai 64 anni d’età sottoponendo loro un questionario online sulla base di 4 categorie di prodotti: grandi e piccoli elettrodomestici, prodotti hi tech (smartphone, tablet) e impianti di riscaldamento (caldaie).

L’inchiesta è stata realizzata nell’ambito del progetto CircThread, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione europea, che ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo di un’economia realmente circolare rendendo i prodotti sostenibili.

Come spiega Altroconsumo, il progetto coinvolge 34 organizzazioni di diversi Paesi che stanno lavorando allo sviluppo di una piattaforma, che sarà disponibile dal 2025, in cui tutti i prodotti possono essere tracciati durante il loro ciclo di vita.

Mancanza di informazioni sui prodotti

Dai risultati emerge che per il 63% degli intervistati le informazioni più importanti per la scelta d’acquisto sono quelle sul consumo energetico. Quando si tratta di un grande elettrodomestico questa percentuale sale al 77%. In aggiunta, i rispondenti ritengono fondamentale anche la durata di vita prevista dei prodotti e sono disposti a pagare un prezzo un po' più alto per quelli che durano più a lungo e sono meno energivori, soprattutto quando si tratta di grandi elettrodomestici e sistemi di riscaldamento.

Inoltre, l’82% non ritiene comunque di avere le informazioni necessarie quando si verifica un guasto e quando il prodotto giunge a fine vita e bisogna smaltirlo, riciclarlo o sostituirlo (74%).

Riparazione troppo care

Il 20% degli italiani in caso di guasto al dispositivo ha scelto di non riparare e di comprare un prodotto nuovo: questa percentuale sale al 30% per i piccoli elettrodomestici e al 22% per i grandi elettrodomestici. È al 16% per i prodotti hi-tech e si ferma al 7% per gli impianti di riscaldamento, per i quali (comprensibilmente) si punta sulla riparazione con un servizio di riparazione indipendente (54%) o col servizio assistenza del venditore o del produttore (39%).

La motivazione più frequente di chi sceglie di non riparare è l’elevato costo della riparazione (39%) mentre il 35% ha preferito acquistarne uno nuovo per averne uno ritenuto più efficiente.

Per i prodotti hi-tech spesso incide il desiderio di avere l’ultimo modello. “Per allungare la vita dei prodotti”, spiega allora l’associazione, non basta rendere più facile la riparazione dei prodotti ma serve anche “evitare che siano percepiti come obsoleti anche quando non sono rotti”. Serve dunque un cambio di mentalità che eviti di percepire come “vecchi” i prodotti superati da nuove edizioni e nuovi modelli lanciati sul mercato.

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