Consumi: in fase di studio lo stop dell’Iva sui beni di prima necessità
19 lug 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Per ora si tratta solo di un'ipotesi
Per ora è solo un’ipotesi al vaglio del ministero dell’Economia. Ma la notizia, già diffusa nei giorni scorsi, sta alimentando le speranze di tante famiglie italiane alle prese con il carovita.
Per far fronte al trend dei prezzi in aumento il Governo potrebbe decidere di azzerare l'Iva sui beni di primo consumo. Ma quanto è probabile che un’iniziativa di questo tipo si traduca in realtà? Per il momento molto poco, dato che ci troviamo nel bel mezzo di una crisi di Governo e che per il Fisco si tratterebbe di dover rinunciare a una parte del gettito.
La proposta
Di fronte all’inflazione e al caro energia, a parità di stipendio, si riduce il potere d’acquisto dei consumatori. In pratica nel carrello della spesa, a parità di importo, entrano sempre meno prodotti. Se da un parte c’è chi sta attingendo ai risparmi accantonati durante la pandemia, dall’altra c’è chi deve ricorrere a prestiti personali per far fronte a spese impreviste rispetto al budget mensile.
La proposta, lanciata nei giorni scorsi dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, non intende ridurre o eliminare l’imposta sul valore aggiunto in maniera indiscriminata, ma selettiva: "Sto lavorando, assieme al Ministro dell’Economia, a una serie di interventi per lasciare intatto quel carrello: l’idea è utilizzare l’extragettito Iva legato all’aumento generalizzato dei prezzi per azzerare l’imposta sui prodotti di prima necessità e largo consumo, in modo che le famiglie a basso reddito non debbano subire gli effetti negativi dell’inflazione".
Gli ostacoli alla sua approvazione
L’ipotesi, al vaglio del ministero dell'Economia e Finanza, è permessa da una modifica della direttiva europea sulle aliquote Iva: ora i Paesi membri dell’UE hanno la facoltà di cambiare, arrivando anche ad azzerarla, l’imposta sul valore aggiunto applicata ad alcuni prodotti. La lista è prevista dalla stessa direttiva e comprende beni e servizi a cui viene già applicata un’aliquota agevolata, tra il 5 e il 10%.
Qualora la proposta fosse approvata, a beneficiare dell'azzeramento dell'Iva sarebbe tutta la popolazione e non solo chi ad esempio ha un Isee al di sotto di un certo valore. Il taglio andrebbe infatti a riguardare i prodotti alimentari essenziali e alcuni servizi tra cui l’erogazione dell’acqua, i farmaci, gli apparecchi medici, i servizi di trasporto, i libri e i giornali.
Ed è proprio “l’universalità” di questa misura che non piace all’attuale Esecutivo. In passato sia Draghi sia il ministro dell'Economia Franco avevano dichiarato di volere approvare non tanto aiuti generici ma selettivi, indirizzati solo alle famiglie a basso reddito. Ma per ora con la crisi di governo in corso, per capire quale sorte verrà riservata a questa iniziativa, come del resto a tanti altri provvedimenti; non resta che aspettare.
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