Banche italiane impantanate nei crediti inesigibili
12 ago 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Numeri record per i finanziamenti concessi dalle banche e mai più restituiti
Le brutte notizie non arrivano solo dalla Grecia, purtroppo. Arrivano anche dall'Italia, con le banche di casa nostra impantanate nella palude dei crediti inesigibili, dei prestiti personali e dei mutui che non rientreranno mai più nelle casse degli istituti che li hanno concessi. Secondo gli ultimi dati divulgati dall’Abi, l'Associazione bancaria italiana, nel mese di maggio le sofferenze bancarie erano a 193,7 miliardi di euro, livello record mai toccato dal 1996, 25,1 miliardi di euro in più rispetto al maggio 2014. I crediti in sofferenza, in sostanza a questo punto, rappresentano il 10,1% dei prestiti concessi dalle banche italiane. Tutto questo significa che i prestiti non performanti, cioè quelli che le banche sanno essere praticamente non più esigibili, sono aumentati del 14,9% in un anno a corrodere il sistema bancario italiano. Ai non performing loans si devono aggiungere poi i prestiti incagliati o sub-standard, i cosiddetti prestiti deteriorati, quelli che non hanno raggiunto ancora lo status di npl. Non a caso, Standard & Poor's continua a declassare i nostri istituti di credito (in tutto ha tagliato i rating a oltre 30 banche di casa nostra).
Se a questo aggiungiamo che mentre le banche italiane annegano nei crediti inesigibili, che superano ora i 300 miliardi di euro, il governo è sepolto sotto una marea ancora più grande di debiti, considerati privi di rischio, è vero, visto che alle spalle c'è la Bce, la frittata è comunque fatta.
Non siamo soli. Detto questo, rileviamo anche che, parlando di prestiti in sofferenza, l’Italia non risulta esserte il Paese peggiore dell’Eurozona: peggio di noi è messa la Grecia, ovviamente al primo posto, seguita da Irlanda, Slovenia e poi dall’Italia. In quasi tutti questi Paesi è stata presa la contromisura della creazione di bad bank per tenere sotto controllo il problema: una misura che l'Italia sembra decisa a rendere reale a breve.
L’Italia, dicono gli esperti, ha dunque un doppio problema di debito e questo fa tremare le vene ai polsi degli economisti, dal momento che potrebbe passare poco tempo prima che il dramma si appalesi, ponendo le banche del nostro paese in una situazione insostenibile, vista l'enorme quantità di debito sovrano accumulat da inizio 2012. Finché la Bce continua a immettere nelle economie dei vari paesi 60 miliardi di euro al mese, questi problemi riusciranno a non preoccupare più di tanto. Il problema è capire cosa succederà dopo, stante che la struttura su cui sembra poggia tutto questo debito pare diventare sempre più debole.
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